8 Settembre 2015 | Jonathan Pochini
Destinazioni per Nomadi Digitali: Fuerteventura, Isole Canarie
Parlando di destinazioni per nomadi digitali, voglio raccontarti la mia esperienza a Fuerteventura e perchè penso che sia un’ottima base nella quale venire a svernare o a passare diversi mesi l’anno.
Forse sarei dovuto andare a Gran Canaria, così come consigliato da un collega nomade olandese che fa base a Las Palmas… Ma Fuerteventura, la seconda isola più grande dell’arcipelago, e anche la meno densamente popolata, mi attirava di più.
testo
Risolvo la mia indecisione trovando un volo diretto della Ryanair* per Fuerteventura e così eccomi sull’autobus che mi porta a Corralejo**, località che, dati i feedback ricevuti, sembrava essere il posto ideale per iniziare ad esplorare l’isola ed il suo stile di vita.
* La Ryanair ha 2 voli diretti per Fuerteventura: da Bergamo e da Pisa.
** Dall’aereoporto non occorre prendere nessun taxi (per quanto comunque siano economici): si sale sull’autobus che porta in 10 minuti alla stazione dei bus di Puerto del Rosario da cui si arriva più o meno in tutta l’isola (vedi: http://www.maxoratabus.com/tiadhe/en/rutas.htm).
Photo Credit © Jonathan Pochini
Mi accoglie un paesaggio lunare, fatto di terra lavica di colore indefinito. Un paesaggio scoraggiante, caratterizzato da una totale assenza di verde.
“ma dove sono finito?”
Photo Credit © Jonathan Pochini
Arrivo nel piccolo paesino di Corralejo, scendo e mi incammino, verso la mia prima sistemazione a Fuerteventura. Cambierò 4 case in poco più di 2 settimane*.
*In questo viaggio airbnb è stato determinante per trovare 3 delle 4 case in cui ho abitato.
Altre risorse utili per trovare una sistemazione nell’isola sono i gruppi facebook degli italiani a Fuerteventura:
– Italiani a Fuerteventura
– Fuerteventura
– Fuerteventura1
Corralejo (a prima vista)
Corralejo è un paesino gradevole, uno dei principali poli turistici dell’isola, e dimora di moltissimi italiani espatriati: a quanto pare, almeno un terzo della totalità del paese (che è di appena 15.000 abitanti).
Photo Credit © Jonathan Pochini
A dirla tutta l’ho trovato sì molto gradevole… ma non mi ci sono innamorato. Nel mio piccolo ho visto posti migliori e paesaggi più belli e affascinanti.
Gli italiani che sono qui sono di varia natura e motivazione:
- dai surfisti (ed altri amanti degli sport acquatici) che trovano qui il proprio paradiso,
- a chi semplicemente viene per il suo clima perfetto e per vivere una vita più rilassata;
- da chi viene per godersi la pensione in un posto piacevole e con un costo della vita più sostenibile,
- a chi viene per investire (magari beneficiando di alcune agevolazioni fiscali di cui godono le Canarie), per cercare (disperatamente) un lavoro, per scappare dall’Italia.
Photo Credit © Jonathan Pochini
Mi è stato suggerito di diffidare di alcuni miei compatrioti: a quanto pare molti sognano di trasferirsi, aprire un’attività qui e rifarsi una vita migliore… ma questo li rende un po’ troppo vulnerabili a truffe piuttosto banali, come ad esempio l’acquisto di locali con presunti giri d’affari che poi si rivelerebbero inevitabilmente molto deludenti.
In realtà sembra che l’isola abbia sofferto parecchio della crisi economica: si vedono una quantità significativa di negozi e ristoranti chiusi e ci si chiede se le cose andranno meglio con la prossima stagione.
Photo Credit © Jonathan Pochini
Nelle zone periferiche di Corralejo… grandi complessi residenziali iniziati e lasciati a metà. In centro… numerosi appartamenti in vendita, molti dei quali – mi dicono – pignorati dalle banche che li rivendono a prezzo d’asta.
Mi sarebbe piaciuto invitare molti amici viaggiatori (nomadi-NON-digitali) ma obiettivamente non credo sia un buon posto dove cercare lavoro (ma senza scoraggiare nessuno, il successo o meno nel rifarsi una vita a Fuerteventura dipenderà da un sacco di fattori personali e professionali).
Ad ogni modo, se la quantità di italiani presenti a Corralejo era per certi versi preoccupante, più incoraggiante era il vedere un sacco di persone – italiane o meno – decidere di stabilirsi qui e rimanerci diversi anni. Volevo capirne il motivo.
Trovare Casa (con Wi-Fi)
Mi avrebbe accolto o respinto? La questione era piuttosto semplice da definire: o sarei riuscito a trovare un alloggio con connessione Wi-Fi oppure era proprio il caso di cambiare isola?
La verità è che non è affatto facile trovare un alloggio con Wi-Fi a Fuerteventura, almeno per chi vuole provare a viverci qualche mese, senza impegno (e so di qualche nomade digitale che ci ha rinunciato e si è spostato in un’altra isola). O vai in un hotel, ma starci dei mesi non sarebbe ovviamente sostenibile, oppure ti affitti una casa per 6 mesi* e ti fai un contratto Wi-Fi con una compagnia telefonica. Ma 6 mesi è un bell’impegno quando sei libero di lavorare viaggiando e quando non sei ancora sicuro che quello sia il posto giusto per te!
*Se prima ti ho indicato i siti per trovare una sistemazione temporanea, ecco dove invece puoi trovare una casa per periodi più lunghi (sono tutti siti in spagnolo):
– fotocasa.es
– idealista.com
– secundamano.es
Oppure, ti puoi sempre affidare ad una delle numerose agenzie immobiliari che si possono incontrare passeggiando per Corralejo.
Altre opzioni disponibili per lavorare online sono i bar e i locutorios, una sorta di internet point. I bar, anche se dotati di Wi-Fi, non sono secondo me attrezzati per accogliere nomadi digitali (non c’è bisogno solo di una connessione ma anche di avere una presa di corrente a distanza di cavo), mentre sono andato un paio di volte in un locutorio (che in spagnolo sembra significare sia “internet point” sia “cabina del telefono”) e mi hanno sistemato in una tristissima cabina di un metro quadrato progettata più per chi deve fare chiamate internazionali che per chi deve lavorare al computer.
Alla fine, tramite il primo contatto italiano* trovato su airbnb, trovo una camera in un appartamento condiviso per 300 euro al mese con la conessione Wi-fi. Si può fare di meglio ma per adesso va bene così.
*Qui, molti italiani, per arrotondare o per mantenersi, si improvvisano agenti e subaffittano camere e appartamenti.
Fuerteventura: Mare, Vento e Deserto
Photo Credit © Jonathan Pochini
Fuerteventura è un’isola radicale, con un paesaggio estremo, psicologicamente difficile che può dare sensazioni mistiche o di profonda desolazione.
Precipitazioni molto scarse determinano scenari aridi e deserti che ti lasciano spesso un senso di sospensione che non sembra smettere di stupire, angosciare o ispirare.
Immense spiagge che confinano con un oceano spesso turbolento e venti molto forti (il nome “Fuerteventura” sembra significare “forte vento” oppure “grande avventura“) contribuiscono anch’essi a creare un’atmosfera sospesa, un po’ romantica, un po’ nostalgica.
Photo Credit © Jonathan Pochini
Insomma: Fuerteventura può piacerti molto ma anche non piacerti affatto!
Qualche paesone o piccoli agglomerati urbani sono sparsi un po’ in tutta l’isola, separati da diversi chilometri di nulla.
Photo Credit © Jonathan Pochini
Spesso i villaggi sembrano costruiti per i turisti e quindi non ti danno nessuna suggestione particolare. Fanno eccezione:
- Puerto del Rosario, che è la città principale dell’isola, città non troppo turistica, dove si può respirare un’atmosfera per certi versi più genuina.
- Betancuria, l’antica capitale, con gli edifici più vecchi e caratteristici.
Vale la pena affittare una macchina e girovagare per le 4 strade dell’isola in direzione delle principali località da visitare (Betancuria, Caleta de Fuste, Cofete, Costa Calma, El Cotillo, Morro Jable, Puerto del Rosario…)
Per affittare una macchina i prezzi migliori sembrano quelli che si trovano su internet (ad es: http://www.payless.es/EN/ o http://www.pluscar-fuerteventura.com/) anche se toccherà andare all’aereoporto per prendere e riportare la macchina.
L’affitto di moto e motorini (non ci volevo credere) invece non va molto di moda a causa di improvvise raffiche di vento che possono diventare parecchio pericolose: non vedrai infatti molti scooter a giro ma vedrai piuttosto qualche quad.
Per il resto grandi spiagge veramente poco affollate dove si praticano surf, windsurf, kytesurf, stand up paddling.
La parte Sud dell’isola* è meta di turisti soprattutto tedeschi (si vedono proprio i cartelloni fuori dai bar scritti in tedesco) e da “viaggio organizzato”. Nella parte Nord – dove c’è Corralejo – invece si possono trovare più inglesi e – come già illustrato – italiani.
*Giusto per dare un’idea delle distanze: da Corralejo a Morro Jable (Sud dell’isola) sono circa 120 km percorribili in circa 2 ore di macchina. In autobus si riuscirebbe anche a farla in 2 ore e mezzo prendendo gli autobus giusti e cambiando a Puerto del Rosario.
Corralejo (con l’Idea di Starci a Oltranza)
Quando mi sono ritrovato a faticare per trovare una sistemazione favorevole qui a Corralejo ho avuto più volte la tentazione di andarmene ad esplorare un’altro pueblo o un’altra isola.
Ma alla fine ci sono rimasto e piano piano ho iniziato ad ambientarmi e a stare bene nel posto in cui mi trovavo.
Photo Credit © Jonathan Pochini
A parte un moderato movimento di turisti, Corralejo è un paesino e vivendoci qualche settimana ne trai la sensazione che inizi a conoscere quasi tutti: te li ritrovi a lavorare nei bar, nei ristoranti, nei negozi, in palestra, a giro per il paese, a bere qualche birra in quei 4 punti di riferimento per la vita notturna.
In generale tutti molto amichevoli e aperti: che siano viaggiatori stanchi che hanno deciso di stabilirsi qui, giovani avventurieri scappati da un Italia che non sa più dare opportunità o che siano venuti qui in vacanza, innamoratisi del posto e ritornati per restarci… hanno tutti subito o intrapreso un cambiamento e questo li rende più disponibili al costruire nuovi rapporti; hanno tutti una qualche storia da raccontare, hanno tutti un qualcosa che li accomuna con me, che arrivo qui ad esplorare come si vive da queste parti.
Ecco quindi che attraverso la costruzione di nuovi rapporti sociali acquista un nuovo senso Corralejo, Fuerteventura.
Ma attenzione! Corralejo è un posto tranquillo (stesso discorso per tutta Fuerteventura): non aspettarti di trovare grandi cose da fare o una vita notturna da grande città o da famosa destinazione turistica.
Come mi è stato suggerito “Puoi venire qui se stai bene con te stesso e se puoi portarti dietro quello che ti piace fare (o le persone con cui ti piace condividere la vita). Altrimenti rifarsi una vita qui potrebbe essere molto difficile (a partire dalla ricerca di un lavoro).”
Photo Credit © Jonathan Pochini
Il Costo della Vita e l’Assistenza Sanitaria
Il costo della vita è percettivamente molto più basso che in Italia. Mi azzarderei a dire che, se vai a farti la spesa e ti cucini da solo, senza troppi sacrifici ma senza neanche indulgere in troppi festeggiamenti, secondo me ce la puoi fare con 600 euro al mese.
Provo a darti qualche esempio…
- birra da mezzo: 2 euro;
- sigarette: circa 2 euro;
- spesa: indicaticamente 30-40% inferiore;
- taglio di capelli: da 6 euro;
- benzina: circa 1 euro/litro;
- pranzo/cena in ristorantino locale (tapas bar): meno di 10 euro con bicchiere di vino.
- pranzo/cena in ristorante “vista mare”: intorno ai 20-25 euro.
- affitto in centro: camera singola in appartamento condiviso da 200-250 euro al mese;
- appartamentino/monolocale in centro: dalle 350 euro;
- affitto in zona periferica (avrai bisogno di una macchina): 350 euro al mese per un appartamento di 110 m² con 3 stanze.
- utenze: impianti di riscaldamento e di condizionamento non necessari (e ho già detto tutto).
Vale la pena accennare al prezzo per l’acquisto di una casa: in seguito alla crisi è sceso ben al di sotto dei 1000 Euro al metro quadro, quindi per il classico appartamentino da 50 m² con una o due camere si potrebbe spendere meno di 50000 Euro.
I servizi di assistenza sanitaria – per quanto mi dicono – sono buoni e all’altezza degli standard a cui noi siamo abituati. Anche se ho sentito qualcuno lamentarsi di un certo atteggiamento approssimativo e superficiale (l’altro lato di un modo di vivere più rilassato?), non è detto che il trattamento non risulti migliore di quello che ci possiamo aspettare in Italia.
In quanto cittadini europei abbiamo diritto a stare (e a lavorare) alle Canarie senza bisogno di alcun permesso di soggiorno.
Per usufruire del diritto di ricevere assistenza* di primo soccorso o medica generica abbiamo bisogno semplicemente della nostra Tessera Sanitaria (Tessera Europea di Assicurazione Malattia): eventuali costi verranno addebitati al servizio sanitario italiano grazie agli accordi bilaterali che esistono tra i Paesi dell’Unione (ma qualcuno parla di un rimborso dell’80% e di un limite massimo di 3 mesi).
*Per chi vuole trasferirsi
Richiedendo la residenza alle Canarie si perde il diritto all’uso del sistema sanitario italiano. Esiste un “sistema sanitario spagnolo” ma molti consigliano di farsi un’assicurazione sanitaria privata che comunque dovrebbe costare intorno alle 50 euro al mese (ma ci sono anche “sconti famiglia”, ad esempio una coppia con un bambino potrebbe pagare anche 100 euro in tutto).
La Scena Digitale
Case senza Wi-Fi, bar non attrezzati per nomadi digitali, completa assenza di coworking space* ed in generale una connessione con alcuni limiti in tutta l’isola non rendono Fuerteventura un posto particolarmente raccomandabile per chi lavora su internet.
*Diverso è il discorso ad esempio a Las Palmas de Gran Canaria (base del collega nomade olandese a cui accennavo all’inizio di questo articolo), dove ci sono almeno un paio di coworking space, dove – mi dicono – non è insolito ritrovarsi a lavorare nei bar e nei café della passeggiata de Las Canteras o in quelli di Plaza de Espana e dove si organizzano eventi come questo: https://www.facebook.com/events/185130171637755/
Eppure non solo è fattibile lavorare su internet a Fuerteventura ma ho anche incontrato con una certa sorpresa un discreto numero di lavoratori digitali. Eccone alcuni:
Giuliano Pascali (www.pascalab.it) è uno sviluppatore professionista che ha già sperimentato la dimensione nomade digitale in Olanda, Creta e a Bologna.
Inviato qui in missione da un’azienda sua cliente per aprire una succursale alle Canarie, ha colto l’occasione per fare un’esplorazione personale di un nuovo stile di vita, continuando a lavorare per i propri clienti e progetti online.
“Corralejo è l’opportunità per mettere a frutto le mie competenze digitali in un contesto di vita piacevole e sostenibile. L’idea di lavorare in spiaggia per alcune ore al giorno qua è diventata realtà. Rimane che il contesto è quello di un piccolo paese e possono mancare le opportunità culturali e sociali di una grande città, ma invece che guardarle nel desktop, le palme preferisco vederle alzando lo sguardo davanti a me.”
Luca Orlandini si occupa di comunicazione e sviluppo siti web ed è residente qui a Corralejo da più di un anno. Ha fondato la FuturaImmagine (qui diventata una SL, al pari di una SRL Italiana).
“Lavorare da Fuerteventura è straordinario; rispetto alla vita che facevamo a Milano abbiamo più tempo per vivere, più tempo per lavorare e un ambiente tranquillo e sereno. E’ incredibile quanto tempo si perda negli spostamenti… la vita qui scorre continua come un film al cinema, senza interruzioni pubblicitarie.”
Viviana Da Crema vive a Fuerteventura da 4 anni con suo marito e i suoi 2 bambini ma continua a lavorare come programmatrice freelance (il suo sito Vivereafuerteventura). Sta anche per aprire una piccola guest house in una posizione strategica per i surfisti.
“Fuerteventura è La Isola Tranquilla. Molte persone sognano di vivere una vita senza stress, di cambiare ritmo, ma ne siamo veramente in grado? Tra le isole canarie penso che Fuerteventura possa dare questa opportunità, che sia la meta di un viaggio o di una vita o solo un luogo di passaggio, per me è un posto unico dove tutto scorre lento e tranquillo, circondati da una natura semplice e affascinante… non è sempre facile vivere a questo ritmo, ma è sicuramente un’esperienza da provare.”
Anche “l’esperto in ozio” Alessandro Rossi (AlexRed di Joomla.it) è qui a Corralejo da diversi anni…
“Scegliere di vivere a Fuerteventura significa lasciare in Italia tanti aspetti importanti, come i vecchi amici, il posto dove sei cresciuto, il buon cibo… ma significa anche abbandonare volentieri altri aspetti. Citando il mitico personaggio Novecento di Alessandro Baricco: «E in culo anche l’inverno. E in culo anche i riscaldamenti. E in culo anche il traffico… E i parcheggi a pagamento, i parenti, le tasse troppo alte, la pioggia, i semafori, gli autovelox, le giacche e cravatte, la nebbia, la spesa al supermercato troppo cara, le porte blindate e bloccate delle banche, la benzina a più di un euro/litro, le spiagge a pagamento, la scuola il sabato, le cassiere incazzate, l’ADSL lenta, le festività religiose troppo invadenti, lo smog… E in culo anche chi non voleva…»”
Conclusione: Perché Venire Qui.
Nonostante – come ho accennato sopra – ritengo di aver visto posti migliori e paesaggi più belli trovo che Corralejo, Fuerteventura sia un ottimo posto per fare “base”.
Photo Credit © Jonathan Pochini
Innanzitutto ha tutti i vantaggi del vivere alle Canarie:
- un clima quasi perfetto (se non possiamo definirla “estate” possiamo però senz’altro usare l’espressione “primavera tutto l’anno”);
- fa parte della Spagna e quindi dell’Unione Europea (dopo 4 anni in Australia è un bel sollievo non dover combattere più con i visti di ingresso per avere il diritto di stare e lavorare in un paese);
- un costo della vita più basso (tra le varie agevolazioni fiscali di cui godono le Canarie c’è anche l’assenza dell’IVA, sostituita qui da un’altra tassa al 7%… e questo si riflette decisamente sul costo della vita);
- agevolazioni fiscali per imprese che vengono ad investire qui (la famoza ZEC che offre per 5 anni – sulla base di determinati requisiti e investimenti – una tassazione al 4%);
- un più favorevole trattamento fiscale per altri tipi di lavoratori.
A questi vantaggi Fuerteventura si aggiunge:
- precipitazioni inferiori alle altre isole ed un maggior numero di giornate di sole durante l’anno;
- le spiagge più belle di tutto l’arcipelago;
- accesso facilitato alla ZEC (per Fuerteventura si richiede un’investimento di 50.000 euro in 2 anni e l’assunzione di 3 dipendenti);
- meno gente e quindi (secondo me) più prospettive di crescita;
- uno stile di vita più rilassato (rispetto alle isole più visitate);
- una sua dimensione più mistica (oltre al paesaggio che – come ho cercato di illustrare sopra – non può lasciare indifferenti, pare che ci sia anche un certo movimento di praticanti di yoga, meditazione ed altre discipline alternative);
- un bassissimo tasso di criminalità (alcuni su internet sostengono che la criminalità qui sia praticamente inesistente, in realtà ho già sentito parlare di furti in casa o altre disavventure di questo tipo; quindi, le normali regole del buon senso quando si viaggia si applicano anche qui).
Aggiungiamoci il fatto che siamo veramente a poche ore di volo dall’Italia e tutti questi vantaggi rendono – secondo me – Fuerteventura un’ottima base nella quale venire a svernare o a passare diversi mesi l’anno.
Certo mi manca un po’ quell’atmosfera frizzante che si respirava a Chiang Mai con i suoi internet café pullulanti di nomadi digitali e i suoi frequenti meeting tra online entrepreneurs…
Ma chissà che non si riesca ad organizzare qualcosa anche qui… potrebbe bastare spargere un po’ la voce e creare un buon ambiente per far arrivare un po’ di nomadi digitali con cui scambiare idee e condividere progetti (un buon inizio potrebbe essere questa community su Google+)
Per quanto mi riguarda non ho proprio idea di quanto starò qui ma è molto probabile che mi godrò l’atmosfera rilassata di Corralejo, Fuerteventura ancora per qualche mese. E dopo? Ci sono ancora 6 isole Canarie da esplorare…
Spero proprio che ti sia piaciuto questo articolo.
Se passi da queste parti fatti sentire! Ci facciamo senz’altro un caffè o una birretta sulla spiaggia e magari discutiamo insieme di qualche ambizioso progetto di business online.
Nel frattempo… lasciami un commento qui sotto…