Elisa Rosa
Mamma Nomade
E’ il novembre del 2006, in un appartamento di Parigi un architetto di Genova si sta godendo il periodo di maternità dal lavoro, con la prospettiva di rientrare nel gennaio successivo.
Una proposta inaspettata, una di quella “prendere o lasciare”, le spalanca in un attimo le porte di un futuro nuovo.
Soli tre giorni per decidere di trasferirsi, di lì a pochi mesi, tre anni in India, dall’altra parte del mondo insomma, seguendo suo marito per lavoro.
In momenti così, io credo proprio che l’istinto sia il nostro migliore consigliere, a volte se ci mettiamo troppo a pensare, se abbiamo tempo di riflettere su tutti i possibili aspetti e i risvolti di una scelta così grande finiamo per costruirci dei veri e propri alibi…
E invece Elisa il primo febbraio era su un aereo Parigi-Chennai con due grandi valige e due figli piccoli, pronta a viaggiare il mondo con i bambini…
Ora ti racconto la sua storia.
Come Ha Iniziato la Sua Avventura?
Photo Credit © Elisa Rosa
Elisa mi racconta che, nonostante la precedente esperienza di trasferimento a Parigi per cinque anni, sono stati i primi sei mesi della sua avventura in India, a Chennai, il vero e proprio spartiacque nella sua vita da mamma in viaggio.
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All’inizio del suo periodo in India Elisa rimane chiusa come in una “gabbia dorata”: a parità di budget, le comodità di cui può godere da espatriata in un Paese in via di sviluppo come l’India sono di gran lunga superiori a quelle che poteva permettersi in Europa e può contare sull’amicizia di mamme che stanno vivendo la sua stessa esperienza di viaggiare il mondo con i bambini.
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Ma Elisa ben presto si rende conto che vivere secondo gli stessi schemi e le stesse abitudini di Genova o di Parigi non funziona: arriva a sera e tutto il suo tempo se ne è andato tra commissioni, bambini e interminabili discorsi tra mamme espatriate, non le sembra di stare facendo niente di utile, né per se stessa, né per gli altri.
Fino a quando, per caso, entra nella scuola pubblica elementare di Chennai: la frequentano gratuitamente bambini poverissimi, che non possono permettersi nulla. Le classi contano almeno 45 bambini e solo le quinte hanno i banchi, non ci sono spazi attrezzati per la ricreazione, solo due sbarre in ferro su cui arrampicarsi.
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Di lì a pochi mesi Elisa diventerà la maestra di handicraft, le attività manuali, mettendo a disposizione gratuitamente le sue competenze per aiutare gli altri. I bambini indiani imparano così a realizzare con le loro mani giochi che mai avrebbero potuto avere o comprare.
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E così inizia la vera e propria immersione nella cultura e nella vita indiana e le giornate di Elisa e della sua famiglia diventano piene e colorate, arricchendosi di esperienze e di calore umano, tanto da farle scrivere:
Elisa: “E nonostante a Chennai la vita sia piuttosto complicata, mi sento di dire che qui siamo proprio felici, io e la mia famiglia. E sicuramente il fatto di essersi presi un pò a cuore i bambini di questa scuola, contribuisce a farci stare bene…”
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I racconti dell’esperienza nella scuola elementare diventano nel 2011 un sito Internet, The Children of Cathedral, ideato per far conoscere la scuola e sostenere le attività di volontariato.
Il sito Web è curato interamente da Elisa: è la sua prima vera esperienza di creazione completa e da zero di un sito web.
La storia di questa esperienza è raccontata anche in un libro, dal titolo Made in India, pubblicato da Sagep e scritto da Elisa, nelle cui pagine sono ripercorse le lezioni di attività manuali di Chennai, da fare a casa insieme ai propri bambini, utilizzando materiali poveri e di recupero.
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Il ricavato della vendita del libro, pubblicato in italiano, inglese e francese, è devoluto alla scuola di Saint Thomas a Chennai. Scrive Elisa nelle prime pagine
“E’ un libro ambizioso perché ha due obiettivi…. Quello di stimolare la creatività dei bambini suggerendo loro piccole idee e facendoli divertire… Ma la speranza più grande è quella che questo volumetto possa creare un po’ di curiosità e di attenzione verso una realtà del tutto sconosciuta ai bambini del mondo occidentale.”
Come Ha Scoperto e Iniziato a Vivere il Web?
Il primo timido approccio di Elisa con il Web è stata la creazione di un blog amatoriale per raccontare a parenti e amici il suo primo viaggio in India nel 2007.
Un diario di viaggio da mostrare a pochi intimi, dove raccontare giorno dopo giorno le piccole e grandi esperienze vissute dall’altra parte del mondo.
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Elisa mi ha dato l’opportunità di ‘sfogliare’ questo suo diario, ma ha chiesto espressamente a Nomadi Digitali che il blog non fosse reso pubblico.
Posso però assicurarti che è un blog emozionante: molto basico ed elementare nella grafica, raccoglie come in un vecchio album di fotografie, due anni di vita di questa famiglia speciale, tra maestre di scuola in sari e l’Oceano a fare da sfondo a tutte le avventure quotidiane.
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Photo Credit © Elisa Rosa
Elisa allora non aveva però ancora maturato l’idea di sfruttare le opportunità del Web per cercare di crearsi una alternativa professionale mobile e indipendente.
La scelta di dedicarsi professionalmente al mondo del Web è successiva: nel 2010, di ritorno dopo 8 anni vissuti all’estero, Elisa si rende conto che la scelta di viaggiare il mondo con i bambini e suo marito, con la prospettiva quindi di dover cambiare spesso Paese, non le permette di mettersi in cerca di un lavoro tradizionale come architetto.
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Conciliare le esigenze professionali con una bambina ancora molto piccola da crescere, non era la cosa più facile da tentare.
Elisa capisce che crearsi un’alternativa professionale sul Web poteva essere la strada giusta da seguire: le avrebbe permesso di dedicarsi ai bambini senza rinunciare a una soddisfazione professionale, senza il bisogno di una sede fissa per svolgere il suo lavoro.
Decide perciò di impegnare i mesi tra una partenza e l’altra per arricchire la sua formazione sul Web: come architetto sentiva molte affinità con la grafica e con la progettazione di siti Web e, nei mesi precedenti, aveva dedicato parte del suo tempo a sperimentare come comunicare efficacemente attraverso i New Media.
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Elisa, incuriosita e affascinata dalle nuove opportunità che Internet offre, decide così di sfruttarlo per provare a lanciare un progetto tutto suo. Sta per nascere KAT – Kids Art & Tourism. Idee e percorsi per bambini alla scoperta delle città d’arte italiane.
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Come Le è Venuta l’Idea Vincente?
L’idea di KAT, il portale per famiglie dove Elisa raccoglie e presenta percorsi e iniziative per bambini nelle città d’arte e nei musei e siti archeologici italiani, nasce dopo una bellissima visita in inglese a Palazzo Vecchio a Firenze, a cui Elisa partecipa insieme ai suoi bambini e ad alcune famiglie straniere.
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I bambini sono incuriositi ed entusiasti di scoprirsi protagonisti di un’avventura divertente in un luogo misterioso e un pò austero come un grande Museo e le famiglie straniere sono piacevolmente stupite dall’iniziativa pensata per chi ama viaggiare il mondo con i bambini per scoprire arte e cultura.
Photo Credit © www.diventarefotografo.com
Elisa intuisce quanto valore potrebbe fornire ad altri creando un servizio online bilingue (italiano e inglese) che raccolga e presenti le tantissime e diverse iniziative, ancora così poco conosciute, ideate per le famiglie dai tanti musei e parchi archeologici d’Italia.
Photo Credit © Elisa Rosa
Nonostante tanti anni vissuti in Europa, tra Francia, Polonia e Italia, e in India, Elisa infatti sente forte il legame con l’Italia e considera ancora Genova la sua città del cuore.
Come molte persone che scelgono di vivere fuori dall’Italia, è orgogliosa del suo Paese e soprattutto vuole mostrare quanto sia ricco, importante e grandioso il suo patrimonio storico- artistico e archeologico, spesso dimenticato, abbandonato e non rispettato dai suoi stessi cittadini.
Photo Credit © Elisa Rosa
Cosa l’Ha Spinta a Crearsi una Alternativa sul Web?
Elisa intuisce che Internet è mezzo migliore per riuscire a raggiungere il maggior numero di persone interessate alla sua proposta e per diffondere velocemente, grazie al passaparola, la meravigliosa offerta culturale italiana alle famiglie straniere, ma anche a quelle italiane, essendo utilizzabile e accessibile a tutti.
Elisa scopre inoltre che grazie al Web può dedicarsi a qualcosa che la appassiona veramente per farla diventare una professione e che non è costretta a farlo sempre da uno stesso luogo o chiusa in un ufficio, ma può continuare a farlo viaggiando e spostandosi seguendo la sua famiglia.
Photo Credit © Elisa Rosa
E proprio a suo marito Paolo, che l’ha sostenuta e incoraggiata, Elisa rivolge un grazie speciale: nei mesi di studio per crearsi una professionalità spendibile sul Web e durante la realizzazione di KAT ha potuto contare, anche economicamente, sul suo appoggio e investire così nella sua formazione e nel suo progetto il tempo e le energie necessarie.
Photo Credit © Elisa Rosa
Come Guadagna?
Il portale Kids Art & Tourism è a oggi una associazione culturale che si autofinanzia guadagnando soprattutto attraverso la pubblicità e la vendita di prodotti in affiliazione, selezionando gli inserzionisti e i prodotti affiliati, come libri per bambini, servizi per chi ama viaggiare il mondo con i bambini, proposte di strutture ricettive e turistiche o di servizi culturali per famiglie, in base all’affinità che questi hanno con la mission del suo sito.
Photo Credit © Elisa Rosa
Photo Credit © Elisa Rosa
Parallelamente Elisa ha intrapreso l’attività di web designer freelance, creando siti Internet per societa’ o enti.
Come Vive una Famiglia in Viaggio?
In base alla sua esperienza di mamma viaggiatrice, Elisa mi spiega che quando si vive in viaggio con la famiglia è fondamentale prendere qualche piccolo accorgimento:
- se è possibile, è importante iscrivere i bambini a scuole internazionali in lingua inglese, che si trovano con facilità quasi ovunque, così non avranno problemi con la lingua anche se si cambia nazione ogni due anni
- non attaccarsi troppo alla casa, che diventa per forza di cose qualche cosa di estremamente provvisorio
- cercare di fare amicizia velocemente e con le persone giuste, immergendosi da subito nell’atmosfera del Paese: bando alla timidezza quindi! Per me questo non e’ facilissimo, mio marito è più portato! mi confessa Elisa con un sorriso.
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E Ora la Parola a Elisa…
Quando ho conosciuto Elisa a Firenze nel maggio scorso ho pensato che incontrarla fosse stata davvero una bella combinazione: proprio in quei giorni Oriana, una mamma che segue Nomadi Digitali, ha posto alcune domande sulla Fan page Facebook proprio sul tema “viaggiare il mondo con i bambini” e poco prima altre persone con figli avevano espresso il desiderio di conoscere l’esperienza di una famiglia italiana in viaggio.
Photo Credit © Elisa Rosa
Ho fatto a Elisa le domande che sono arrivate a Nomadi Digitali, ecco cosa ha risposto…
Cosa è per te il viaggio e quale è il suo valore nella formazione dei bambini?
“Ci chiediamo spesso io e mio marito, fino a quale età i nostri figli (Elisa ha tre bambini; l’ultima arrivata, Cloe è nata in India) sopporteranno l’idea di cambiare spesso casa, Paese e amici…”
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“Per ora vediamo solo valori positivi: trovo che viaggiare stimoli la curiosità dei bambini e il loro senso innato di avventura; li porta a diventare flessibili e non attaccati (per forza di cose) agli oggetti futili dei nostri tempi e…, penso sia la cosa più bella, crea un legame molto intenso all’interno della famiglia.
Ci sentiamo più uniti, più forti e più complici, perché veramente protagonisti di una stessa avventura.
Il parlare correntemente due lingue poi dà sicuramente una marcia in più ai bambini … o almeno così sembra a me… per esempio, quando andiamo all’estero in vacanza, i bambini possono comunicare tranquillamente con tutti senza problemi… sono, anzi si sentono, a loro agio in qualunque luogo.
Penso che questo sia bellissimo e che li aiuterà molto a diventare degli adulti sereni “.
Photo Credit © Elisa Rosa
Cosa consigli ai genitori che vogliono intraprendere uno stile da nomadi digitali?
“I genitori devono sapere una cosa: si faranno sempre più problemi loro che i loro bambini; sarà più duro per loro che per i loro figli…
Quello che a noi spesso sembra insormontabile, perchè fuori dai classici schemi (casa – amici – lavoro come punti di riferimento), ai bambini non peserà.
L’importante è che i genitori trasmettano serenità ai propri figli durante i momenti di cambiamento e non le loro inquietudini che, per forza di cose, a volte si presentano!
Per esempio: siamo a fine agosto e non so ancora dove cominceranno la scuola i miei bambini a settembre prossimo…nemmeno in quale Paese… è impossibile rimanere totalmente impassibile di fronte a questo (che e’ il lato buio della medaglia del viaggiare sempre).
L’importante è non farlo trasparire troppo… in fondo ai miei bambini non importa molto dove saremo, per loro un posto vale l’altro, dal momento che sanno da tempo che andremo via!”
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Come far accettare a un figlio l’idea di partire in giro per il mondo?
“Dipende quanti anni ha… se è piccolo, fino ai 6 anni credo, non lo deve accettare e tanto meno un genitore può pensare che il bambino capisca tutto quello che comporterebbe… basta dirglielo in modo naturale, senza esternare preoccupazione, facendogli vedere le cose positive del Paese dove andrà, facendo vivere il cambiamento come un’avventura.
Un consiglio: portate con voi nel Paese dove andrete tutte le cose più care che ha il bambino: aiuta molto ritrovare gli stessi oggetti, gli stessi giochi….
Se i bambini sono più grandi, probabilmente è più difficile… noi conosciamo molte famiglie che viaggiano con figli grandicelli, che si sono comunque ben adattati alla situazione”.
Photo Credit © Elisa Rosa
Come fare per la scuola?
“L’unica soluzione è iscriverli a una scuola internazionale in lingua inglese; le scuole italiane non sono ovunque, ci sono anche grandi città estere dove non si trovano, tanto vale iscriverli alla scuola internazionale inglese, costituirà un bagaglio in più per loro!
Spesso queste scuole prevedono un programma particolare per tutti gli studenti che non sono di lingua materna inglese, perché l’approccio all’inglese non sia traumatico.
Se si viaggia, come nel nostro caso, per il lavoro di mio marito che è assunto in una ditta, le scuole sono generalmente pagate dalle società, altrimenti bisogna tener in conto la spesa…
Questo naturalmente vale se si cambia posto spesso e non se ci si trasferisce definitivamente in un altro Paese, in questo caso tanto vale metterli alle scuole locali”.
Photo Credit www.expatica.com
Con quali parametri si valuta un posto dove vivere con i figli?
“In teoria… io in testa avrei molto parametri “ideali”: sicurezza, percentuale del verde nelle città, quantità e tipi di strutture per i bambini, come è vista la figura della donna, qualità della vita… ma se dovessi tenerli in conto tutti non abiterei neanche a Milano…
Io ho sempre detto a mio marito: veniamo ovunque purché sia un posto sicuro e ci sia una scuola per i bambini adatta a loro; abbiamo abitato in India dove tornerei senza problemi, non andrei in Nigeria.
Poi bisogna valutare noi stessi… di che cosa abbiamo bisogno, a che cosa non potremo rinunciare? Saremo capaci di distaccarci dalle nostre abitudini, dai nostri posti, dalle nostre amicizie per essere sempre sereni di fronte ai nostri figli?
E vi assicuro che a volte basta solo un pò di coraggio, vi stupirete di quanto molte cose che reputavate indispensabili, passino poi in secondo piano.
L’importante è stare insieme con il proprio compagno e i propri bambini. Tutto il resto non conterà più!”.