8 Dicembre 2023 | Ilaria Cazziol
Resoconto Seconda Conferenza Annuale sul Nomadismo Digitale in Italia
In occasione del We Make Future 2024 che si è svolto a Bologna dal 13 al 15 Giugno, si è tenuta la conferenza annuale sul nomadismo digitale in Italia, organizzata dall'Associazione Italiana Nomadi Digitali...Ecco un resoconto di cosa abbiamo fatto.
“Immagina un’Italia dove il talento non sia limitato dai confini geografici, dove le persone possono lavorare dai borghi storici, dalle città d’arte, dalle nostre montagne, colline, dalle isole o dalle coste mozzafiato che circondano la nostra meravigliosa penisola da nord a sud del Paese.
Immagina una nazione in cui i professionisti possono scegliere di volta in volta dove vivere e lavorare senza dover rinunciare alla carriera, alla crescita professionale, e alla qualità della loro vita. Questo è il futuro che stiamo costruendo”.
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Con la condivisione di questa visione si sono aperti i lavori della “Conferenza sul Nomadismo Digitale in Italia”, un appuntamento annuale organizzato dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali che, grazie alla collaborazione con Search On Media Group e Rete Hubitat quest’anno si è svolta per la prima volta in presenza in occasione del We Make Future 2024, la fiera internazionale e festival sull’innovazione tenutasi a Bologna il 13 – 14 e 15 Giugno 2024.
Un palcoscenico perfetto per condividere una visione innovativa del nostro Paese, partendo da un approccio al nomadismo digitale molto più ampio e inclusivo rispetto alla narrazione tradizionale che ha inquadrato e descritto questo fenomeno come una forma emergente di viaggio giovanile.
E infatti così titolava una delle prime slide con cui Alberto Mattei, presidente dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali, ha introdotto la seconda Conferenza Annuale sul Nomadismo Digitale in Italia: “Per favore smettetela di chiamarci “nomadi” o di considerarci semplicemente dei giramondo”.
Una frase che racchiude il senso del cambiamento profondo che sta avvenendo nel modo di vivere e di lavorare di milioni di persone nel mondo, grazie all’avvento del lavoro da remoto.
Quello dei “nomadi digitali” si sta delineando come un movimento globale in crescita costante, sempre più ampio e inclusivo, che coinvolge diverse generazioni e professioni. Questo movimento oggi comprende famiglie, coppie, giovani e meno giovani. Include anche artisti, studenti, produttori musicali, filmmaker, insegnanti, giornalisti, consulenti, ricercatori, architetti, medici, retired worker -pensionati che continuano a lavorare- e molti altri.
Il lavoro da remoto e il nomadismo digitale stanno trasformando l’organizzazione economica, sociale e culturale dell’era digitale. Questo cambiamento ridefinisce il modo di vivere, lavorare e viaggiare nel 21° secolo, permettendo di ripensare in modo innovativo le dimensioni dell’abitare e lo sviluppo demografico dei territori. Come descritto nel Terzo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia.
Durante i tre panel della conferenza abbiamo esplorato in dettaglio cosa serve realmente fare per riuscire ad attrarre lavoratori da remoto e nomadi digitali, sia italiani che stranieri, nel nostro Paese e in particolare nei nostri territori minori, quali sono le opportunità, le criticità, i problemi da evitare e le proposte normative per agevolare questo processo di attrazione e di accoglienza.
Non Consideriamoli dei Semplici Turisti
Spesso indicati come un nuovo “target turistico”, in realtà c’è molto di più dietro questa nuova generazione di professionisti e lavoratori da remoto che si muovono alla ricerca di luoghi dove è più bello vivere e lavorare.
Alberto Mattei spiega come la prima cosa su cui bisogna riflettere, è il fatto che lavoratori da remoto e nomadi digitali non sono, e non possono essere considerati un target specifico, ma rappresentano una macrocategoria molto eterogenea di persone, con bisogni ed esigenze specifiche che possono risultare molto diverse tra loro.
Cosa Cercano Questi Nomadi Digitali Moderni?
A differenza dei turisti tradizionali che vengono in vacanza o a visitare i nostri territori per brevi periodi, questa nuova generazione di professionisti mobili portano con sé bisogni ed esigenze specifiche.
Cercano servizi adeguati alle loro esigenze e una dimensione comunitaria. Ecco quindi che lavoratori da remoto e nomadi digitali andrebbero considerati e trattati come “residenti temporanei” della nostre comunità piuttosto che come semplici visitatori occasionali.
L’obiettivo quindi è creare territori accoglienti che mettano a disposizione delle comunità ospitanti, offrendo un ecosistema di servizi “UMANI, FISICI e TECNOLOGICI” per fare in modo che queste persone possano sentirsi accolte, apprezzate, sicure e protette.
E’ necessario progettare spazi abitativi adeguati e dei veri e propri hub di comunità, che oltre a offrire connessione e spazi di lavoro ai Nomadi Digitali, mettano al centro la comunità locale per favorire l’interazione, la condivisione delle risorse e lo sviluppo collaborativo.
Lo dimostra l’esperienza di Start Working Pontremoli, un progetto pilota nella Lunigiana che Simona Solvi, Co-founder del progetto ha raccontato durante la conferenza.
Start-Working in Lunigiana
Simona è una dei 74 lavoratori da remoto provenienti da 16 nazionalità diverse, che hanno scelto questo piccolo comune della Lunigiana come luogo in cui vivere e lavorare da remoto, nonché dei 300 professionisti che utilizzano lo spazio di coworking messo a disposizione.
Start-Working Pontremoli è un progetto che promuove questo piccolo comune toscano in provincia di Massa-Carrara come destinazione per ND e come luogo dove vivere e lavorare da remoto a stretto contatto con la natura e con comunità locale! Un progetto che nasce dal basso, dalle persone del posto per lavorare sulla crescita del territorio. Il punto di partenza del progetto è stato proprio quello di creare una rete relazionale a supporto della comunità e un ecosistema di servizi (U-F-T), in grado di attrarre no nuovi turisti, ma nuovi abitanti temporanei, alcuni dei quali poi decideranno di diventare stanziali.
“In 3 anni il progetto ha ricevuto centinaia di richieste di informazioni da parte di professionisti lavoratori da remoto e nomadi digitali interessate a trasferirsi stabilmente o temporaneamente in questo piccolo comune della Lunigiana.”
Pontremoli attira e conquista i nomadi digitali con una promessa semplice: le connessioni umane e il supporto reciproco. Gli interessati vengono ospitati gratuitamente per una giornata alla scoperta di ciò che questo paese ha da offrire, ricevono supporto nella ricerca di un’abitazione temporanea a prezzi onesti, e ai nuovi arrivati viene dato il benvenuto all’interno della comunità (locale e importata) fin da subito.
I Limiti dell’Italia Come Destinazione Ideale per i Nomadi Digitali
L’Italia è un Paese straordinario che potenzialmente offre infinite esperienze, famoso nel mondo per il suo stile di vita, la sua ricchezza culturale, artistica e storica. L’Italia è fatta di mille realtà differenti: piccoli borghi, città d’arte, mare e spiagge, isole, colline, laghi e montagne. Un Paese che, come pochi al mondo, permette di vivere tutte queste esperienze concentrate in un unico territorio e per tutto l’anno.
Potenzialmente il nostro Paese, e i nostri territori, hanno tutte le caratteristiche geografiche (posizione, clima, risorse naturali, biodiversità etc.) e alcune importanti caratteristiche strutturali (enorme patrimonio artistico culturale, stile di vita, diversità paesaggistica, struttura economica e demografica) per diventare una delle destinazioni più attraenti al mondo per questa nuova generazione di professionisti che uniscono vita, lavoro e viaggio fino a fonderli insieme!
Purtroppo manca ancora di infrastrutture digitali e di rete distribuite e uniformi su tutto il territorio nazionale e di normative adeguate a incentivare il lavoro da remoto e la mobilità dei professionisti nei nostri territori, in particolare in quelli minori e nelle nostre aree interne.
Come hanno raccontato i membri del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali nel secondo panel della conferenza, “servirebbe dotarsi urgentemente un quadro normativo di riferimento per riuscire a superare i vincoli e semplificare i processi necessari a rendere l’Italia una destinazione privilegiata per lavoratori da remoto e nomadi digitali”.
Cosa Manca Davvero?
Il problema è duplice:
- Da una parte manca un quadro normativo di riferimento specifico e il nomadismo digitale è normato in Italia solo da punto di vista di diritto migratorio, mentre il lavoro da remoto in Italia è normato solo in termini di smart working e riguarda solo un accordo privato tra le parti, tra lavoratori dipendenti suboridinati e l’azienda. Questo esclude a priori tutti i liberi professionisti, freelance e piccoli imprenditori indipendenti che lavorano senza una sede fissa. Insomma in Italia non c’è una specifica normativa per i contratti di lavoro da remoto.
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Dall’altra, la mancanza di una definizione univoca e uniforme che possa inquadrare un fenomeno che sta diventando sempre più ampio e inclusivo. Quest’ultimo punto sembra secondario ma è essenziale.
Come giustamente espresso da Dave Cook, UCL Anthropology, University College London:“Nessuna delle attuali classificazioni accademiche disponibili descrive adeguatamente la figura del nomade digitale. Attualmente l’autoidentificazione rimane l’unico parametro di partenza per attribuire una valutazione qualitativa e quantitativa del fenomeno nomadi digitali.”
Come è possibile quindi progettare visti e un quadro normativo di riferimento per i nomadi digitali, se non disponiamo di una definizione e di una classificazione funzionale a questa nostra esigenza?
Il CTS dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali si è impegnato a proporre, in occasione della Conferenza al We Make Future, una possibile definizione più ampia e inclusiva possibile di questo fenomeno:
proponendo inoltre una possibile classificazione tassonomica dei nomadi digitali divisa in quattro categorizzazioni, in base a:
- condizione professionale;
- nazionalità/residenza fiscale;
- nazionalità dell’azienda/dei clienti per cui lavora;
- motivazioni.
- Riconoscimento normativo dei lavoratori da remoto e Nomadi Digitali nelle diverse declinazioni
- Semplificazione delle procedure di richiesta del visto per lavoratori da remoto e nomadi digitali Extra EU che vogliono venire in Italia.
- Creazione di una piattaforma ufficiale (delegata all’Inps) per la gestione degli aspetti contrattuali, fiscali, previdenziali e assicurativi dei lavoratori da remoto e nomadi digitali, integrabile su piattaforme private
- Piattaforma come snodo dell’offerta di attrattività del Paese
- Istituire la figura del “Residente temporaneo di comunità”
- Adeguare la normativa e le procedure sui contratti di locazione ad uso transitorio (1-18mesi) alle esigenze di lavoratori da remoto e nomadi digitali che vogliono soggiornare per medi-lunghi periodi nei nostri territori.
- Studio di ricerca:
in collaborazione tra l’Osservatorio dell’ AIND, Università Ca’ Foscari di Venezia e Venywhere APS, per un progetto di ricerca sul nomadismo digitale finalizzato a comprendere l’evoluzione del fenomeno e i suoi impatti demografici, utilizzando tecniche di Machine Learning e Natural Language Processing. Entro la fine del 2024, questa collaborazione porterà alla pubblicazione del 4° rapporto annuale sul nomadismo digitale in Italia, intitolato: “Analizzare i Flussi per Riprogettare gli Spazi: Il nomadismo digitale come opportunità per ripensare in termini innovativi il concetto di abitare i nostri borghi e le nostre città d’arte.” - Creazione di una piattaforma di networking:
per facilitare la condivisione di conoscenze, il supporto professionale e lo sviluppo di opportunità tra gli associati. La piattaforma promuoverà collaborazioni su progetti comuni, offrendo un ambiente sicuro per chiedere consigli, ricevere feedback, trovare o offrire mentorship e consulenze professionali. Obiettivo: costruire un network professionale che supporti chi in Italia vuole vivere e lavorare da remoto, e che offra consulenza a imprenditori e enti pubblici e privati che investono per attrarre e ospitare lavoratori da remoto e nomadi digitali nei nostri territori. - Co-progettazione Modello di Destinazione:
L’Associazione Italiana Nomadi Digitali sta co-progettando con diversi portatori di interesse le linee guida necessarie per progettare destinazioni sostenibili e ad impatto sociale, che attraggano lavoratori da remoto
e nomadi digitali, da implementare ed esportare nei borghi e piccoli comuni delle aree interne e rurali del nostro Paese, e nei territori che oggi soffrono processi di abbandono e spopolamento. Obiettivo: aiutare i borghi italiani e le aree interne del nostro Paese a diventare destinazioni attrattive e accoglienti per nomadi digitali e per chiunque oggi desideri lavorare da remoto in contesti dove i ritmi sono più rallentati e si può vivere meglio, creando al tempo stesso un impatto economico e sociale positivo sulle comunità locali. - Portale Nazionale di destinazione
L’Associazione Italiana Nomadi Digitali sta progettando e realizzando un portale nazionale, multilingua, che aiuti lavoratori da remoto e nomadi digitali, sia italiani che stranieri, a scegliere le destinazioni e i territori in Italia ideali per loro, dove vivere e lavorare da remoto, secondo quelle che sono le loro esigenze, bisogni e motivazioni personali. Destinazioni e territori pronti ad accoglierli in base all’adozione del modello di destinazione precedentemente elaborato e coprogettato. Questo portale offrirà inoltre proposte strutturate e servizi professionali di supporto. Come ad esempio: consulenza per l’ottenimento del visto, aspetti legali, fiscali, assicurativi e tutte le informazioni necessarie per lavoratori da remoto italiani e stranieri
che vogliono trasferirsi temporaneamente nelle destinazioni proposte.
È fondamentale sottolineare che questa non vuole essere una classificazione compiuta, ma unicamente una possibile analisi più dettagliata del fenomeno nella sua complessità, che può aiutare il legislatore o chi di dovere a comprenderlo meglio e normarlo.
Incrociando le diverse variabili, ci si rende facilmente conto di come le casistiche di nomadi digitali siano tantissime e diverse tra loro, evidenziando la complessità di riuscire a creare un’unica norma di riferimento.
Da queste considerazioni iniziali, appare evidente la necessità di avere una rete di professionisti qualificati e con competenze trasversali, in grado di valutare ogni singolo caso e affrontarlo nel migliore dei modo sotto l’aspetto: contrattuale, migratorio, fiscale e contributivo.
Ecco alcuni degli spunti e considerazioni emerse dagli esperti del C.T.S dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali.
Aspetti Contrattuali
Stando a Nicolò Boggian, Co-Founder Whitelibra e membro del CTS, serve un servizio di supporto per contrattualizzare lavoratori ue/extra ue e comunicarlo agli enti competenti, CCNL ed emendamento per imprese digitali a piattaforma, autenticazione dell’identità degli utenti con CIE di Poligrafico dello Stato, etc.
Aspetti Immigratori o di Residenzialità
È necessario, secondo Sergio Antonelli, Docente e avvocato esperto di diritto migratorio e membro del CTS, introdurre modalità operative semplificate per il rilascio dei visti per nomadi digitali, riducendo la discrezionalità nella valutazione dei requisiti e semplificando la richiesta del permesso di soggiorno, individuando anche criteri, modalità e procedure per la conversione dei permessi di soggiorno per nomadi digitali in altre tipologie di permesso nella fase di rinnovo (al momento non disciplinata).
Gestione previdenziale e assicurativa
Le proposte di Luca Furfaro, Consulente del Lavoro e membro del CTS, riguardavano la creazione di una nuova via precaricata di utilizzo delle prestazioni, con un canone che offre copertura per contributi Inps, premio assicurativo Inail, spese gestione servizio, retribuzione del lavoratore, etc (riprendendo magari quanto oggi utilizzato per PrestO (Prestazioni Occasionali).
Gestione Fiscale
Sull’aspetto fiscale infine Giorgio Cortona, dottore commercialista e revisore legale e membro del CTS, ha parlato di aggancio alla procedure previdenziale/assicurativa, di imposta fissa determinata con spese deducibili forfettizzate (come nei regimi forfettari oggi utilizzati per gli autonomi), e una semplificazione degli adempimenti gestiti in maniera centralizzata.
Il Concetto di Abitare Temporaneo
Durante la conferenza, Mariarita Sciarrone, giornalista, autrice ed esperta in Marketing del Turismo, in qualità di membro del CTS sia del Festival dell’Ospitalità e dell’Ass. Italiana Nomadi Digitali, ha spiegato il concetto di abitante temporaneo di comunità e le opportunità che questo nuovo paradigma dell’abitare può generare per i territori e le comunità che vivono nei piccoli comuni e nelle arre interne del Paese interessati da fenomeni di abbandono e spopolamento.
Un evoluzione del concetto di abitare che va oltre la mera permanenza e proprietà, trasformandosi in una competenza dinamica. Questa nuova prospettiva vede l’abitare come un’abilità in grado di facilitare uno scambio equo di risorse vitali per la sopravvivenza e la rinascita delle comunità locali che vivono in quei territori che oggi stanno soffrendo fenomeni di abbandono e spopolamento.
Al termine del suo intervento Mariarita ha presentato una proposta del CTS per istituire in Italia la figura del “residente temporaneo di comunità”, portando da uno studio e dalle attività svolte in Calabria (e non solo) con il Festival dell’Ospitalità.
A livello normativo, questo consentirebbe a nomadi digitali, lavoratori da remoto italiani e comunitari, che vogliono soggiornare per periodi di tempo medio-lunghi in Comuni dove non sono residenti, l’accesso ai servizi base (anagrafe, sanità, trasporto pubblico, scuola). Spesso infatti parliamo di nuclei familiari con bambini al seguito, e per determinate categorie, il non essere residenti nel medio periodo può creare delle difficoltà.
L’istituzione della figura del “Residente Temporaneo di una Comunità” permetterebbe di equiparare lo status di residente temporaneo a quello dei cittadini stanziali, avviando un processo di attrazione, integrazione e crescita economico-sociale nei territori periferici e marginali del Paese. Questo percorso potrebbe essere ulteriormente incentivato attraverso agevolazioni per chi sceglie di vivere e lavorare per periodi medio-lunghi in Comuni dove non risiedono abitualmente.
Riepilogo delle Proposte Presentate dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali Durante la Conferenza Annuale”
In sintesi la proposte presentate dall’ AIND prevede quindi:
E Poi? Presentazione dei Progetti dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali per il 2024 – 2025
L’ultimo panel della “Conferenza Annuale sul Nomadismo Digitale in Italia” si è concluso con la presentazione dei progetti che l’Associazione Italiana Nomadi Digitali sta attivando per rendere l’Italia un Paese a misura di lavoratori da remoto e nomadi digitali, sia italiani che stranieri, e per riuscire attrarre questo capitale umano verso i territori e le aree interne del nostro Paese. Obiettivo contrastare fenomeni di abbandono e spopolamento e generare un impatto socio economico positivo.
I progetti su cui sta lavorando l’AIND
In sintesi
La seconda edizione della Conferenza Annuale sul Nomadismo Digitale ha messo in luce che la strada per rendere l’Italia un Paese attrattivo, accogliente a misura di lavoratori da remoto e nomadi digitali è ancora lunga. Tuttavia, abbiamo finalmente una visione e una direzione condivisa e ben tracciata da seguire. Con il supporto di molti altri soggetti pubblici e privati, stiamo attivamente lavorando verso questo obiettivo.
Se desideri unirti a noi in questo entusiasmante percorso, le porte dell’Associazione sono sempre aperte. Diventa parte del cambiamento e contribuisci a costruire un futuro innovativo e accogliente per l’Italia!
contatti@nomadidigitali.org