1 Marzo 2016 | Rita Cioce
Letterata alla Riscossa: Come Ho Trasformato la Mia Passione in Un Lavoro
Voglio raccontarti come ho invertito la rotta della mia vita e trasformato la mia passione in un lavoro che mi permette di essere libera di poter lavorare ovunque.
Io Scrivo Italiano - Photo Credit © Rita Cioce
Sbaglia chi pensa che essere un nomade digitale significhi necessariamente viaggiare..
Il nomadismo digitale è una forma mentis. È un nuovo modo di guardare alla propria vita o, se visto da un altro punto di vista, è come tornare indietro: ai tempi in cui eravamo guidati solo da istinti primordiali come fame, sete e sonno da soddisfare in spazi aperti e pieni di luce, senza cartellini da timbrare. È rompere un cerchio, quello che da tanti anni circoscrive le nostre vite, un cerchio invisibile che fino ad un anno fa pensavo fosse la mia rivincita sul mondo e che oggi, invece, è solo un impegno troppo oneroso per me che ho solo una vita da vivere.
Quando il fardello si è fatto troppo pesante per le mie spalle, ho cercato di capire cosa poteva consentirmi di lavorare senza passare necessariamente dal tunnel della insoddisfazione cronica e dalla necessità di restare bloccata ad una sedia fra le quattro mura di un ufficio.
# Ero Affamata di Libertà
Ci sono momenti in cui i vecchi sogni, lasciati a marcire per una vita, diventano la tua àncora di salvezza.
Ho sempre amato scrivere ed è per questo che nonostante i “fai Economia o Ingegneria sarà più facile trovare lavoro” mi sono iscritta alla Facoltà di Lettere, per poi perdermi, poco dopo, nei “devi trovare un lavoro stabile”, ritrovandomi dopo i quaranta a capire che avevo inseguito per una vita qualcosa che in realtà non mi apparteneva.
Che fare?
Continuare a reiterare nello stesso sbaglio o cercare, nonostante i “hai più di 40 anni, non fare cazzate”, di trovare la mia strada?
Ho optato per la seconda, mollando il mio lavoro a tempo indeterminato in una prestigiosa università e diventando una editor freelance, preferendo dedicarmi a chi, come me, ama la scrittura a 360°: gli scrittori emergenti.
Sono certamente più povera ma più felice!.
# Ma Cosa Fa Un Editor?
Me lo sento ripetere continuamente, così approfitto di questo spazio per rispondere: legge, corregge e consiglia le modifiche opportune, sistemando gli errori di punto di vista, di verosimiglianza e di logicità della struttura interna del testo.
Grazie, poi, alla mia formazione ed esperienza con il social media management, supporto i miei scrittori con pillole di marketing editoriale perché è fondamentale, una volta realizzato il lavoro, far sapere che esiste!
Mi sono circondata di freelance, professionisti ma soprattutto buoni amici di cui mi fido, che possono a costi contenuti, con genialità e pazienza occuparsi di tutto quello che non potrei fare io: grafica, foto e rollup. Il risultato è un gruppo di persone che sono felici di lavorare insieme.
Ho fatto di me stessa il mio brand come recita il titolo di un libro a me caro.
È così che ho invertito, anzi di più, rovesciato una realtà stantia che poco spazio mi lasciava per una vita sana e serena.
# Penso che Mai Come in Questo Momento Storico Siamo Divisi in Tre Gruppi
:
- I visionari che come la tradizione vuole sono visti come pazzi o rivoluzionari.
- Gli abitudinari, scontenti ma mai abbastanza per rompere la propria rassicurante routine.
- I sognatori pigri ovvero quelli che vogliono cambiare il mondo, ma presi da sconforto e bassa autostima, se ne stanno lì a guardar le stelle chiedendosi se un giorno il mondo sarà migliore e nell’attesa restano inchiodati nella loro zona di comfort.
Siamo all’alba di un nuovo illuminismo digitale e i nomad worker possono esserne il portabandiera.
Abbiamo bisogno di un “pensiero filosofico” che ponga le basi ad una nuova economia, e che questa affondi le sue radici nei benefici del “fare rete.”
Semplice concetto ma incomprensibile ancora a molti, troppo impegnati a guardare solo il proprio pezzetto di giardino: c’è chi ancora non comprende che l’unico modo per rilanciare il nostro sistema economico è il “capitale sociale” inteso come uomini e donne che creano nuove e importanti sinergie che porteranno al cambiamento prima di tutto delle loro vite.
Perché l’idea che sia “il lavoro a venire con noi” e non noi a “dover andare da lui” è così difficile da comprendere per noi italiani?.
Siamo ancora legati ad “idee brillanti” che ci fanno credere che tenere aperti i supermercati H 24 possa portare un beneficio, ma dal mio punto di vista serve soltanto ad aumentare pericolose abitudini.
# Ma Noi… Siamo Pronti al Nomadismo Digitale?
Photo Credit © StartupStockPhotos
Non è una moda, è qualcosa di molto serio.
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È la risposta a chi ogni giorno si lamenta delle riunioni in ufficio che non servono a nulla se non a pompare l’ego di alcuni; al controllo aziendale se stai male e alla perdita di mezz’ora solo per legalizzare il tuo diritto alla malattia, ai permessi che ogni volta devi compilare se hai bisogno di una manciata di ore per sbrigare una faccenda, il tuo diritto a poter dire sì se ricevi un invito, senza prima dover chiarire: “devo chiedere un’autorizzazione.”
Potrebbe, persino, essere la chiave per un rilancio dell’occupazione giovanile: i ragazzi imparando un mestiere digitale smetterebbero di elemosinare stage e inizierebbero a investire il loro tempo cercando collaborazioni produttive, che da un lato abbatterebbero i costi aziendali e dall’altro gli permetterebbe di lavorare ovunque: a casa, in un bosco davanti ad un oceano.
Senza organigrammi farlocchi dove tanto chi lavora sarai sempre e solo tu.
E se uno avesse scelto il lavoro sbagliato? Lo lasciamo da solo a pagare per sempre la sua scelta? Non possiamo restituirgli nuova linfa attrezzandolo con competenze che non necessitano per forza del sostegno di una S.P.A.?
Nomadismo significa libertà di essere nuovi dando vita ai propri talenti, lavorando magari quattro ore piene per poi potersi dedicare più liberamente agli affetti recuperando il tempo di vivere per assecondare le nostre passioni, scavalcare il recinto della malinconia che invade la homepage della nostra pagina Facebook con i ciclici: “che palle è lunedì o finalmente è venerdì!”
La vita è un viaggio a tempo limitato, se ce lo ricordassimo mentre “viviamo” butteremmo più spesso un occhio alla nostra Bucket List (cose da fare prima di morire) e ci impegneremmo ogni giorno per scrivere accanto ad ogni voce: fatto!