13 Novembre 2013 | Francesco Wil Grandis
Un’Esperienza da Nomade Digitale in Africa a Caccia di Startup
#StartupAfricaRoadtrip: viaggio nella Digital Savannah! Il racconto della mia esperienza da Nomade Digitale in Africa
Nairobi, Kenya - Kenyatta International Convention Centre. © Di Lorenzo D'amelio
Passi. Nuvole. Volti. Quanto ci lasciamo indietro quando intraprendiamo un viaggio lontano. Due anni fa mi son ritrovato a Kampala, Uganda. Un’estate diversa dal solito, un agosto alla ricerca dell’innovazione emergente nel Paese.
In Uganda ti chiederai? Sì, perché c’è ancora troppo poco che sappiamo dei Paesi del continente africano. Così è iniziata una vera e propria avventura da nomade digitale “improvvisato” in compagnia di Andrea Censoni.
Faccio un rapido salto indietro per dirti due cose su di me: sono Lorenzo, appassionato di comunicazione sino a fondare l’agenzia BTREES che offre principalmente servizi di social media alle aziende. Questa spinta innovativa mi ha portato negli anni ad essere in continua formazione nell’ottica del lifelong learning e in costante esplorazione dei nuovi trend.
Così da semplice sostenitore di Emergency, ho unito al desiderio dell’impatto sociale una curiosità sullo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione dell’Africa. Sono stato selezionato per partecipare ad un programma del Business Incubator for Africa, quindi ho conosciuto Martino Ghielmi di Vadoinafrica.com e da lì Andrea Censoni, Business Analyst di DPixel.
Andrea soprattutto un amico che ho conosciuto la prima volta in aeroporto dopo la pianificazione insieme del viaggio per l’Uganda. Robe da pazzi. Robe belle. Ma tanto.
In due parole è stata un’esperienza da “once in a lifetime”. Ad Andrea, una volta giunti a Kampala, si è unito poco dopo il mitico Antonello Bartiromo, nientedimeno che il CEO di DPixel (Ventur Capital Advisor) ma soprattutto una grande persona. Altre belle scoperte.
Da sx a dx - Andrea Censoni, Antonello Bartiromo, Solomon Opio, Lorenzo D’Amelio © Di Lorenzo D'amelio
Tutto era pianificato, niente era pianificato. Mi spiego meglio: nel giro di 1-2 mesi abbiam preso contatto con professionisti, aziende, business angel, il tutto prima della partenza e tramite – in alcuni casi – il fantastico supporto di Martino, mentre per – molti – altri siamo andati direttamente a contattare le persone tramite canali social e web, da perfetti sconosciuti ma preparati, determinati e molto curiosi.
La modalità di approccio all’ambiente è stato proprio basato su 3 keyword: “learn, share and contribute”. Volevamo innanzitutto ascoltare, poi capire cosa poter condividere e cosa imparare “aiutandoci a casa loro”.
Foto di gruppo al Tech Meeting realizzato nell’incubatore Outbox. © Di Lorenzo D'amelio
Questa iniziativa è stata riassunta già sul sito di BTREES, l’agenzia che ho Co-fondato, nell’articolo: In Kenya “a caccia” di startup così come se ne è parlato su Diario Innovazione (e altrove) tramite un’intervista ad hoc.
Tutto peró è stato molto in stile “digital nomad” e per questo mi andava di condividere anche con questa community un’esperienza che mostra come Nairobi ad es. possa benissimo avvalersi la nomea di potenziale destinazione per nomadi digitali: se in Uganda abbiamo incontrato un panorama interessante ma poco avanzato, in Kenya gli investimenti in Startup del 2018 pareggiavano quelli dell’Italia con oltre 30 realtà tra spazi coworking e incubatori nella capitale. Cose che forse nemmeno Torino (città dove abito), piuttosto comparabile con Milano.
Workshop con E4Impact a Nairobi, Kenya © Di Lorenzo D'amelio
L’esperienza umana, fatta di incredibili contrasti continui (tra innovazione tecnologica e povertà profonda e carenze infrastrutturali), è stata unica. Però alcuni dati fanno soprattutto cadere alcuni pregiudizi rispetto a dei Paesi su cui noi europei siamo ancora molto ignoranti.
Incontro con Hope Raisers, iniziativa non profit bottom-up per educare i bambini tramite attività sportive © Di Lorenzo D'amelio
Elenco alcuni di questi dati tramite statistiche ufficiali:
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Uber in Kenya registra 4 volte gli utenti presenti in Italia: 360mila contro 80mila.
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Mpesa, app di digital payment, conta 20 milioni di download (30 milioni in 10 diversi Paesi dell’East Africa), ossia in termini di utenti attivi nel mobile banking sono almeno 20 volte più avanti di noi (rispetto ai dati sull’Italia).
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Accesso mobile: è un record mondiale in Kenya con il 90% dei cittadini che usano il cellulare per andare su Internet. Non solo, sempre più bus son attrezzati di wi-fi ad hoc (abbiamo conosciuto in Kenya a proposito il progetto Moja di BRCK).
Matibabu: startup ugandese scelta da Google Ventures tra le Top 100 nel 2017, anno in cui abbiamo conosciuto la startup che è impegnata nell’unire competenze di computer science e medicina per impattare su una prevenzione più efficace della malaria e contribuire quindi ad ridurre la mortalità di una malattia che genera centinaia di milioni di vittime umane ogni anno. Nel 2018 è stata citata anche dalla BBC per l’African Prize ottenuto tramite la Royal Academy of Engineering.
Il tutto con un’età media che ad es. in Uganda é di 15 anni (record mondiale che io sappia!) a fronte dei 45 presenti in Italia.
Mi fa piacere quindi invitarti a seguirci su www.startupafricaroadtrip.com (sito che a breve sarà aggiornato con delle novità) ed eventualmente partecipare alla prossima iniziativa prevista per l’estate 2019 in agosto.
Chiudo con una citazione di Mark Twain: «Tra 20 anni non sarete delusi delle cose che avete fatto, ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora. Abbandonate i porti sicuri. Catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite».
Safari in Kenya tra gli ippopotami! Nella foto a sx Andrea Censoni e a dx Lorenzo D’Amelio © Di Lorenzo D'amelio
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