Nomadismo Digitale: Tutta la Verità, Nient’Altro che la Verità

Molti oggi parlano e scrivono di nomadismo digitale. Pochi purtroppo si sono realmente impegnati ad approfondire questo fenomeno per capire veramente cosa significa essere, e vivere, da nomade digitale.

Ilaria Cazziol: Da sempre al posto fisso preferisco l’idea di un lavoro che mi permetta di viaggiare e di godere della mia libertà. Amo la comunicazione digital e dopo qualche intenso anno in un’agenzia ho deciso che volevo realizzare i miei sogni: così mi sono messa in viaggio, scrivendone su viaggiosoloandata.it e facendo copywriting, SEO e traduzioni come freelance.

Pubblicato il: 22 Gennaio 2019 | Categoria:

Come la gran parte dei fenomeni di nicchia che diventano d’improvviso titoloni di giornale, sul nomadismo digitale negli ultimi tempi si è scritto e detto tantissimo.

Molti però ne hanno parlato senza saperne granché, o giocando su facili luoghi comuni.

Anche chi si è impegnato di più ad approfondire il fenomeno, è poi caduto nella scelta di foto poco realistiche di persone che lavorano da un’amaca sulla spiaggia assolata, con il laptop sulle gambe.

D’altronde, anche i nomadi digitali stessi finiscono per alimentare un’immagine non completamente autentica della loro vita. Nella società di Instagram e dei social network, come potrebbe essere diverso?

Volenti o nolenti, anche loro trasmettono un’idea poco realistica, diciamo “patinata” , di ciò che fanno e di come sia la vita di chi può permettersi di lavorare dove e come vuole.

Lo dico con sincerità, perché inserisco anche me stessa nel gruppo.

Più spesso che non, lavoro dal mio computer seduta a una scrivania, senza una vista particolarmente bella dalla mia finestra, né stando in una posizione particolarmente fantasiosa. Non troverai però quella situazione immortalata sui giornali, o pubblicata nel mio profilo Instagram.

Non tanto perché fotografarsi mentre si lavora in piscina, o da una scomodissima amaca accecati dal sole su una spiaggia, sia più “figo” (anche se effettivamente è così). È che, semplicemente, quando si lavora veramente non viene nemmeno in mente di fotografarsi!
Sto lavorando, no?

In questo modo però, l’immagine del nomade digitale che sta passando è sempre più romanzata.

Prima di fare il grande passo (mettermi in proprio e partire per il mio viaggio solo andata) io stessa avevo un’idea molto vaga di come sarebbe stata la mia vita. E oggi che, dopo un anno e mezzo da quel momento, abbiamo deciso di mettere su carta ciò che abbiamo appreso sul viaggio a lungo termine e sul crearsi un lavoro online, abbiamo deciso che volevamo farlo nel modo più sincero possibile.

E questo significa mostrare ogni lato della medaglia.


Tutta la Verità, Nient’Altro che la Verità

La verità è che…amo lo stile di vita che mi sono creata, e non tornerei mai indietro. Mi rendo conto che non potrei sopportarlo, anche se certe volte preferirei che non fosse così.

Lo vorrei, perché per tanti versi la vita era più facile. Ma una volta che assaggi la libertà, non riesci più a farne a meno.

Ho preso questa strada vivendola come un gioco, come una divertente deviazione dal percorso standard, che però pensavo non sarebbe mai potuta diventare la mia vita.

Pensavo sinceramente che, in fondo, sarei finita a tornare a vivere come prima: un capo, un ufficio, orari, weekend e ferie. Pensavo che una volta tornata dal mio viaggio (che sarebbe stato molto più lungo di quello che è stato, e durante il quale avrei lavorato molto meno di quanto ho fatto), sarebbe tornato velocemente tutto come prima.

Ma come sempre, la vita aveva altri piani. E io ho scoperto che nomadismo digitale non significava viaggiare a tempo indeterminato, né vivere in Thailandia e lavorare in spiaggia. Nomadismo digitale significava tutte queste cose, e nessuna.


Una Definizione, Infinite Possibilità

Nomadismo digitale secondo me significa, se dovessimo allargare il più possibile, “lavoratore che sfrutta il digitale per avere LA MASSIMA POSSIBILITÀ DI SCELTA”.

Questo è il punto. Non necessariamente vivere in viaggio, o lavorare da qualche luogo remoto. Ma semplicemente (questo sì) avere la possibilità di scegliere di farlo!

Ci sono infiniti modi di essere nomadi digitali. Alcuni vivono all’estero, altri ci vanno il più spesso possibile. Alcuni trascorrono fuori metà anno, altri invece non viaggiano quasi mai, ma si godono la libertà di poter vivere e lavorare dove vogliono, anche dal proprio divano di casa.

La cosa meravigliosa non è fare l’una o l’altra cosa. È sapere di poterle scegliere tutte.

Detto ciò, e confermato con estrema sincerità l’amore per la vita che mi sono scelta, ci sono tante difficoltà che ho scoperto sulla mia pelle da quando ho mosso i primi passi in questo mondo. E nei prossimi paragrafi, vorrei condividerle con te. Perché essere nomadi digitali è la cosa più bella del mondo, ma non è facile e non è per tutti.

# Viaggiare in continuazione e lavorare non è né facile né comodo

È la prima cosa che ho imparato sulla mia pelle. Noi stessi abbiamo iniziato così il nostro percorso:dal nostro viaggio solo andata è nata la voglia e la possibilità di essere nomadi digitali.

Siamo partiti con un po’ di risparmi e solo una vaga idea di cosa avremmo fatto per continuare a guadagnare. E mentre viaggiavamo, abbiamo iniziato a trovare i primi progetti e le prime opportunità.

Ma la verità è che viaggiare in continuazione e lavorare non è facile, anzi è uno stress.

Potevo farlo all’inizio, quando avevo pochi clienti e responsabilità. Come copywriter ho trovato sia la realizzazione di una mia grande passione, la scrittura, sia il ruolo perfetto per il mio bisogno di libertà, perché con i clienti giusti non si hanno davvero orari né giorni di lavoro fissi e prestabiliti.

Ma con l’andare avanti del tempo, sono arrivate nuove opportunità. E nuove opportunità hanno richiesto compromessi. Compromessi spesso meravigliosi, come il fatto di dover ridurre la mia possibilità di viaggiare a lungo termine per partecipare come travel storyteller a una spedizione sul Monte Bianco. Ma pur sempre compromessi.

Certo, tutto è possibile, ma la verità è che sostenere certi stili di vita nel lungo termine non è sempre facile. A volte è più lo stress del guadagno. Altre volte semplicemente ti rendi conto di essere stanco.

Stanco del non trovare sedia giusta, o una scrivania decente. Di scrivere al computer in posizioni improbabili. Di vivere con l’ansia che la connessione a internet nel tuo alloggio possa non funzionare. Di essere limitato dal fare bene il tuo lavoro dalle condizioni esterne.

Per questo siamo tornati, e abbiamo deciso di cambiare modalità. Il nostro nomadismo digitale oggi è molto più digitale che nomade: ai lunghi mesi di viaggio abbiamo sostituito la libertà di lavorare da casa o dal parco, di andare a correre prima di pranzo, di partire per un viaggio a metà novembre, di andare al mare un martedì di bel tempo e lavorare una domenica di pioggia.

# Essere capi di sé stessi non significa non avere capi

Un’altra cosa che spesso si sopravvaluta quando si pensa a questo stile di vita, è l’ampiezza del concetto di “libertà”.

Essere imprenditori di se stessi, lavorare in autonomia, non significa non avere nessuno a cui rendere conto. Ci sarà sempre un cliente, un collaboratore, una scadenza, un compromesso. Ci sarà sempre qualcosa su cui dovremo concordare la nostra libertà. Il punto è che l’asticella, in questo stile di vita, viene spostata su un piano totalmente diverso.

Non sarà più una questione di orari fissi e permessi da chiedere al capo. Rispettare una scadenza, portare a termine un lavoro, rinunciare a qualcosa che vorremmo fare in onore della parola presa, diventerà la cosa più importante. Perché essere capo di se stesso non significa non avere un capo. Anzi, si scopre che siamo noi il boss più esigente di tutti.

# Gestire il proprio tempo è più difficile che avere qualcuno che ti dice come farlo

Questo grande insegnamento è figlio del precedente. Perché ti accorgi velocemente che, sebbene tu come capo sia molto esigente, c’è una parte di te estremamente ribelle che non ne vuole sapere di farsi addomesticare.

Come fai a convincerti ad alzarti dal lettodi buon ora, quando non hai l’ansia del richiamo del capo se arrivi in ritardo? Come fai a convincere la tua parte pigra a mettersi a lavorare, quando hai una scadenza vicino ma fuori c’è una bella giornata di sole?

Sono domande con cui un freelance in generale, e un nomade digitale in particolare, visto che la sua scelta lavorativa è basata proprio sul potersi godere la vita al meglio, deve confrontarsi ogni giorno. Io stessa non ho ancora ben capito la risposta!

Certi giorni vince la parte più saggia di me, altri quella pigra. Certi giorni mi odio per non riuscire ad essere la versione migliore di me stessa.

Ma poi, la maggior parte dei giorni, mi dico che in fondo è il prezzo da pagare della libertà, e mi sento orgogliosa di ciò che ho realizzato, a prescindere da tutto.

# È una strada in salita. Ma la vista è bellissima!

In definitiva, la realtà è che non è tutto oro quel che luccica. La vita del nomade digitale non è solo qualche ora di lavoro tra un bagno in piscina e l’altro, anzi diciamocelo, non lo è spesso!

Chi vende questo stile di vita come la risposta a tutti i mali e la chiave per la felicità, sbaglia.

È una scelta per certi versi difficile, fatta di strade alternative, incertezze, dubbi. Significa reinventarsi costantemente e non fermarsi mai.

Ma per certe persone, che valutano la libertà come più importante di ogni altra cosa, il tempo come vera ricchezza e il mondo come la propria casa…per queste persone, è una necessità.

E la vita, pur con tutte le sue difficoltà, acquista tutto un altro sapore.


Photo Credit Immagini: Shutterstock


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