16 Ottobre 2018 | Elvio Rocchi
Lavorare da Nomade Digitale: Si Ma Come?
Come si fa a lavorare da nomade digitale? Questa è senz'altro una delle domande più frequenti che le persone si pongono quando si avvicinano per la prima volta a questo nuovo stile di vita e di lavoro. Una risposta definitiva io non l'ho ancora trovata, ma questa è l'idea che mi sono fatto.
Doubtful young man looks up at copy space © Shutterstock
Anche se non ho ancora trovato una risposta definitiva alla domanda su come lavorare da nomade digitale, è da un po’ che ci sto riflettendo. Lo faccio studiando, osservando e, nei giorni fortunati, facendomi venire qualche idea.
In questo post vorrei quindi fare una sorta di punto della situazione delle mie riflessioni a riguardo, maturate in questi ultimi mesi.
Da quando scrivo qui su Nomadi Digitali, tante, tantissime persone mi hanno chiesto di definire meglio questo concetto. Molti sono venuti a curiosare qui sul sito. È facile capire che siamo persone che lavoriamo attraverso il web.
Quali Professioni Esercitiamo Attraverso il Web?
WWW - World Wide Web - handwritten text in a notebook on a desk © Shutterstock
Come si può notare leggendo i numerosi articoli presenti su questo sito, ci sono persone che si dedicano alle attività più disparate: dai web designer ai travel blogger, dai formatori interculturali ai coach, passando per i commercialisti fino agli insegnanti di yoga.
Come è Possibile Tutto Ciò?
Che cosa accomuna professioni tanto diverse? Il punto in comune, come già detto, è il Web, ma come cercherò di spiegarti tra breve, questo è solo il mezzo di comunicazione attraverso cui puoi esprimerti professionalmente ed entrare in contatto con altre persone.
Nessuno Guadagna Grazie al Web
Ti sembrerà strano ma questo è un concetto molto importante e, se desideri diventare Nomade Digitale, credo sia bene tenerlo a mente.
Quello che intendo è che non è il Web in sé che fa guadagnare, bensì è la professione che svolgi e le competenze che possiedi che possono dare i loro frutti, grazie alle possibilità che il Web ti offre.
Vediamo un esempio pratico
Online personal fitness trainer infographic vector illustration. © Shutterstock
Un istruttore di fitness, tradizionalmente, svolgerà la sua attività lavorativa in una palestra. Ma se questo istruttore inizia a studiare e a formarsi, potrebbe essere in grado di costruire un sito web attraverso cui fornire consigli di fitness e benessere, e attraverso questo, vendere i suoi servizi e/o prodotti.
E non parlo solo di lezioni o pacchetti di fitness da vendere e poi realizzare fisicamente con le persone che li acquistano: potrebbe, ad esempio, creare dei video, delle guide, in cui spiega come fare degli esercizi.
Se poi inizia a strutturare questi video come un percorso, potrebbe creare un video-corso da vendere on-line, potrebbe scrivere degli e-book o, persino, dare lezioni o consulenze personalizzate usando sistemi di video-chiamata.
Tieni a mente che questo solo un esempio, semplice ma efficace.
In ogni caso, a monte di tutto ciò, c’è sempre una passione, una competenza, una professione: quella dell’istruttore di fitness.
Il web e poi il sito, il canale YouTube, la newsletter, i social network sono semplicemente degli strumenti che il professionista utilizzerà per comunicare con altre persone e promuovere la propria attività.
Se vuoi iniziare a lavorare sul Web, dunque, non è detto che tu debba “inventarti” una nuova professione né che tu debba necessariamente lavorare nel settore dell’information technology: potrebbe andare benissimo già quello che sai fare adesso.
O magari, quella che per ora è una semplice passione (ad esempio, la musica, lo sport, le attività artistiche o la produzione di oggetti artigianali…) potrebbe diventare la tua nuova professione tramite la quale lavorare on-line in remoto.
So che, per alcuni, questa distinzione che faccio, tra professione (quindi conoscenze, competenze, ecc.) e mezzi per realizzarla attraverso il Web può apparire scontata, eppure, a mio parere, approfondirla può aiutarti a fare chiarezza.
Ti Riporto Due Esperienze Vissute in Prima Persona
Le lezioni di canto in sud America
Io © Elvio Rocchi
Durante la mia ultima residenza in Colombia, durata circa sei mesi, è accaduta una cosa che non avevo previsto, piacevolmente inattesa.
Dato che non volevo abbandonare i miei allievi, avevo chiesto ad un collega di sostituirmi durante il periodo in cui non ci sarei stato, per poi poter riprendere le lezioni al mio ritorno.
Non appena comunicata la notizia al primo allievo, questi si mostrò piuttosto contrariato all’idea di dover fare lezione con un insegnante che non conosceva.
Preferiva fermarsi per sei mesi o, al limite, studiare da solo.
Lo guardai perplesso, non trovando nulla da rispondere: mi trovavo di fronte ad un problema.
In quei frangenti, mi tornò in mente un adagio che dice: il problema è la soluzione.
Guardavo il mio allievo e domandavo a me stesso quale fosse la soluzione contenuta dentro al problema che mi si stava presentando.
“Qual è il problema vero?” – Gli domandai.
“Che non ho voglia di fare lezione con un’altra persona, ormai mi sono abituato con te” –
Rispose.
Allora, pensai, il problema non è che me ne sto andando, ma che non vuole cambiare insegnante.
Esiste un modo per far sì che io continui a fare lezione anche mentre…
… non riuscii ad finire il pensiero che d’istinto gli dissi: “e se ci accordassimo pero fare lezione tramite Skype?”
Ricordo ancora come il suo viso s’illuminò all’istante. Mi disse che la soluzione gli piaceva e che anche era assolutamente intenzionato a provarci.
Feci la stessa proposta a tutti i miei allievi, una dozzina; quattro di loro accettarono.
E così, non appena giunto in Colombia, a pochi giorni dal mio arrivo diedi la mia prima lezione on-line via Skype.
La buona notizia è che è fattibile. L’audio arriva chiaro e il ritardo nella comunicazione, appena percettibile, non compromette lo svolgimento della lezione.
Ho saputo di altri colleghi che svolgevano lo stesso servizio al contrario e cioè, davano lezioni tranquillamente da casa loro, imbracciando la chitarra o il basso, ai loro allievi che si trovavano impegnati con l’Erasmus in qualche paese europeo. In quel caso, non sussisteva neppure il problema del fuso orario.
Problema che, nel mio caso, data la differenza di ben sei ore tra Italia e Colombia, beh, mi costringeva a delle vere e proprie levatacce per riuscire ad insegnare intorno all’ora di pranzo, ovvero, per me… alle sei del mattino!
Ma ero in sud America ed avevo un introito che mi arrivava dall’Italia. In più mantenevo vivo un rapporto umano e d’insegnamento, garantendo così la continuità didattica.
Contando poi il fatto la differenza del costo della vita, posso dire che questa attività, nata grazie alle perplessità di un allievo, è stata un’ottima opportunità. Nata grazie ad una professione e sviluppatasi tramite il Web.
Il web per le meditazioni
Da circa dieci anni mi dedico alla meditazione. È un’attività meravigliosa, che permette non solo di raggiungere concentrazione e centratura mentale ed emotiva ma che, praticata con passione e costanza, può portarci anche a conoscerci in modo molto profondo.
Non ho mai usato il web direttamente per dare lezioni di meditazione. Ho utilizzato però la rete per far conoscere gli eventi che periodicamente organizzo, per far girare gli articoli che scrivo di crescita personale e spiritualità e questo ha permesso a tante persone di avvicinarsi agli incontri che tengo.
Durante il mio ultimo viaggio in Italia, sono riuscito ad organizzare otto incontri di meditazione in tre città italiane: Catania, Palermo e Cagliari. Ho promosso questi eventi attraverso il blog e i miei canali social.
Agli incontri hanno partecipato un totale di circa 70 persone, una media di 8 partecipanti ad incontro. Con molti di loro siamo ancora in contatto ed, oltre al bel rapporto umano che si è creato (il lavoro, a mio parere, deve essere messo a servizio del benessere e favorire la nascita e la crescita di nuovi rapporti personali) adesso molti seguono il blog.
L’attività divulgativa che porto avanti ha avuto quindi un duplice vantaggio. Anzi, un triplice vantaggio, perché è stato proprio durante questi incontri che ho conosciuto una persona che si è appassionata al lavoro che sto svolgendo.
Siamo rimasti in contatto e, due mesi dopo il mio ritorno, mi ha invitato per tenere un seminario. Racconto l’esperienza in questo post: Seminario di Meditazione a Palermo.
Ovviamente questo è un esempio molto personale ma, prova allora a guardare alla tua vita.
- Quante cose ti piace fare?
- Quante altre ti piacerebbe imparare?
- Pensa che, per ognuna di esse, il Web potrebbe darti nuove possibilità.
Altri Esempi di Professioni da “Digitalizzare”:
Video conference with financial advisor on laptop. Investment and tax concept. © Shutterstock
Come ti dicevo all’inizio, io non ho la risposta definitiva alla domanda: quali lavori possono essere svolti come Nomade Digitale?
Basandomi su quello che ho osservato finora, però, credo che qualsiasi insegnante, o persona in grado di trasmettere le proprie competenze ad altri, lo possa fare.
Se dai lezioni di lingue straniere, ad esempio, potrebbe essere un’idea iniziare a darle on-line. Attraverso lo schermo del tuo computer vedi i tuoi allievi, attraverso le cuffie li ascolti e se hai bisogno di scrivere o correggerlo mentre scrivi hai a disposizione la chat.
Anche per i traduttori il lavoro on-line può funzionare benissimo. Ho amici che lavorano come traduttori e, in un certo senso, sono già “digitali”, in quanto lavorano al computer e inviano le traduzioni via e-mail, ma non sono “nomadi”.
E su questo punto, prima del prossimo esempio, voglio fare un piccolo chiarimento: un Nomade Digitale non è necessariamente una persona che gira il mondo. È però un professionista che, volendo, ha la possibilità di farlo, in quanto lavora a dei progetti che può svolgere in qualsiasi luogo si trovi, utilizzando le tecnologie digitali.
Allora, sia per l’insegnante che per il traduttore, un’ottima idea potrebbe essere realizzare un sito web attraverso cui promuovere la propria attività professionale.
Ultimo esempio sono le consulenze professionali: dato che la maggior parte di esse si basano su l’analisi di dati e situazioni ed avvengono poi tramite riunioni o conferenze, perché non usare i meravigliosi strumenti che il web mette a disposizione?
I campi in cui i consulenti possono sfruttare Internet sono vastissimi: lo possono fare i coach ed i dietologi, gli psicologi ed i counselor, i nutrizionisti ed i consulenti finanziari, gli operatori olistici ed i commercialisti e tantissimi altri professionisti.
Tra l’altro, questi sono solo alcuni degli esempi che mi sono venuti in mente, mentre riflettevo ed osservavo, raccogliendo dati e informazioni per scrivere questo post.
Tuttavia credo anche che la creatività e l’inventiva individuale siano poi fondamentali per trovare sempre nuove forme di applicazione digitale delle professioni classiche.
Tutto sta ad aver passione e voglia di mettersi in discussione, di spremersi le meningi, essere disposti ad imparare qualcosa di nuovo e non arrendersi di fronte ai problemi, fermarsi ad osservare i problemi e chiedersi se in essi, proprio come è accaduto e me con il mio allievo, non sia in realtà già contenuta la soluzione che puoi adottare.
Mi piacerebbe conoscere le tue considerazioni su questo argomento. Se vuoi scrivile nei commenti qui e se hai già una tua esperienza non esitare a condividerla con il resto della community.
Photo Credit: Digital Device Headphone Casual Connection Concept Shutterstock.com