28 Agosto 2013 | Gaspare Armato
Ecco Come Vivo da Nomade Digitale in Colombia
Sono un nomade digitale e ti racconto come mi guadagno da vivere, oggi da Bogotà, domani da qualunque altra parte del mondo!
Photo Credit © Gaspare Armato
Mi chiamo Gaspare Armato, ho 51 anni, sposato, nomade da oltre 20 anni, nomade digitale da circa 7-8 anni, da quando il Web mi ha dato e mi dà la possibilità di guadagnare per vivere. Un percorso che mi ha portato a essere, fra le tante attività, paesaggista, falegname, marinaio e tanto altro ancora, e per ultimo – ma non per finire – blogger oramai da 8-9 anni.
Scrittura e storia sono le passioni che mi hanno sempre accompagnato, in particolare la Storia moderna, quegli avvenimenti che hanno caratterizzato il mondo dalla fine del XV secolo ai primi del XIX, avvenimenti decisivi che impregnano fortemente ancora oggi il presente.
Per tal motivo nel mio girovagare ho cercato, per quanto possibile, di entrare nella memoria storica del luogo in cui ho vissuto, grazie ai musei, ai teatri, alle pinacoteche e alle biblioteche, grazie al contatto quotidiano con le persone locali, grazie insomma al mio immedesimarmi nella loro vita quotidiana per carpirne dolori, problemi, felicità, mentalità…
Dicevo che è grazie a Internet che vivo, sfruttando e godendo la mia passione, e viaggiando nello stesso tempo .
Come, in che modo? Bene, entriamo nei dettagli pratici.
Partiamo da un punto, anzi da due, il primo, un nomade digitale necessita poco per vivere, quel poco che gli permette di mangiare, dormire, soddisfare i bisogni primari e, di tanto in tanto, qualche “sfizio”; il secondo, un nomade digitale è sempre pronto al cambiamento, riuscendo ad adattarsi alle varie situazioni che la vita il luogo le persone offrono, in poche parole, non ha paura di rimboccarsi le maniche e di iniziare una nuova attività, imparare una nuova lingua, affrontare nuove avventure, giacché al nomade piace conoscere, apprendere, sapere.
Nel mio lungo girovagare, ho compreso che bisogna sfruttare al meglio le opportunità che un dato Paese presenta, mettersi nella mischia e farsi spazio. In questi ultimi anni, ho fatto uso del Web, e non solo nei tanti lavori che questo propone, come web designer, web editor, web marketing manager, community manager, SEO, e via dicendo, ma cercando di andare oltre, usufruendo delle sue potenzialità secondarie e correlate, perché non tutti sono portati alla programmazione o al disegno di pagine Web o cose del genere.
Ebbene, di seguito alcuni “stratagemmi” con cui mi guadagno da vivere, in questo caso, a Bogotà, Colombia, dove mi trovo mentre scrivo questo post.
– Parto dalla mia passione per la Storia moderna, di cui il mio blog, oramai in linea da sei anni, è punto di riferimento. Sito dove offro i miei libri e le monografie da scaricare in formato pdf, studi dedicati a particolari aspetti degli eventi di quei secoli e che potrebbero essere d’aiuto a insegnanti, alunni, appassionati, interessati.
Inoltre concedo, sulla spalla destra, spazi banner per pubblicizzare siti, blog, attività culturali, mostre, un modo per racimolare qualche ulteriore prezioso euro.
Un altro ricavo mi viene dall’affiliazione Amazon che, sebbene agli inizi stentò a decollare, adesso dà qualche buon risultato, nel senso che i miei “suggerimenti di lettura”, che di solito inserisco alla fine di alcuni miei articoli, sono ben accettati (es.: Libri storia moderna, Storia moderna, ebook).
Il blog mi ha dato perfino la possibilità di correggere qualche tesina, preparare articoli per riviste italiane ed estere, qualche “charla” (chiacchierata) informale in Colombia, collaborazioni varie, sporadiche, ma sempre benvenute. Sottolineo che il mio tempo ha un costo, per cui gratis, a parte gli articoli del mio blog, compio poco, ben poco.
Tutto ciò è un risultato che si ottiene lentamente e nel medio-lungo periodo: è necessaria per prima cosa avere una reputazione in Rete, una credibilità, una serietà, una professionalità che bisogna perseguire nel tempo, senza scoraggiarsi mai, avendo obiettivi chiari, precisi e dettagliati.
– La compilazione, con il trascorso degli anni, di una buona mailing list mi ha permesso e mi permette sottoporre all’attenzione dei miei contatti locali – e non solo – corsi di scrittura creativa, corsi che usualmente avvengono in casa di uno degli interessati e che durano non più di 4 quattro lezioni, uno a settimana per circa 2 ore consecutive, che hanno avuto buona accoglienza, corsi impartiti in lingua spagnola.
Sottolineo ed evidenzio l’importanza di conoscere una o più lingue in modo agevole!
Curiosità:
qualche mese fa, ero a pranzo in un ristorantino, nel vecchio quartiere della Candelaria, vicino una delle tante università bogotane, caso volle – destino? – conobbi un professore di letteratura spagnola e parlando e discutendo cercava qualcuno per aiutarlo in una serie di lezioni su come scrivere un saggio storico grazie all’aiuto del Web (pane per i miei denti) ed… eccomi con un contratto!
– Ok, andiamo avanti. Altra alternativa sono le lezioni di italiano che sto dando qua a Bogotà.
Come ho fatto? Da dove ho iniziato, come si agisce in una città di 10 milioni di abitanti in cui nessuno ti conosce?
Di solito inizio frequentando biblioteche, luoghi culturali, case di poesia, di lettura, associazioni, librerie, e lì lascio, presentandomi – a mio avviso i rapporti fisici umani sono essenziali -, un mio bigliettino da visita con ben in vista la mail: in verità è un piccolo volantino cartonato ben fatto, colorato, vistoso, attraente, in cui propongo lezioni a domicilio. Mi muovo pure negli edifici in cui ho vissuto e vivo, nelle cui bacheche attacco il mio annuncio raccomandandolo al portiere, così come nel quartiere in generale e in quelli adiacenti al mio. I risultati non si fanno aspettare e, sorpresa, solitamente non sono giovani, bensì persone adulte che, desiderando viaggiare in Italia o per curiosità o per cultura personale, approfittano delle mie classi per infarinarsi con il nostro idioma.
I primi approcci solitamente avvengono tramite mail – certo, anche via cellulare -, mail che conservo gelosamente in quanto mi servono per restare in contatto, proponendo sconti, attività, (es.: a volte si girovaga per la città visitando musei e parlando esclusivamente in italiano), consigliando libri in italiano che loro comprano grazie alla mia affiliazione Amazon.
E… si potrebbe altresì offrire i corsi d’italiano nelle varie scuole! L’ho fatto poche volte, anche perché il tempo a mia disposizione è limitato e nei momenti liberi mi piace far flanella. In ogni caso, è un’opzione da non sottovalutare.
Al momento, ho 3 ragazzi, 2 adulti e 2 “meno giovani” che seguo già da diversi mesi, oltre a due spagnoli, con cui proseguo lezioni iniziate da quando vivevo, anni addietro, ad Alicante, grazie a Skype e Paypal. E… sissignori, ho perfino un “chico” argentino conosciuto in Facebook: le potenzialità dei social network!
In poche parole: il blog è oltretutto una vetrina per convincere le persone delle mie capacità, della mia esperienza!
– Bene, andiamo oltre la mia passione, altro mezzo per guadagnarmi il pane quotidiano, è quello del Social dining, oramai da oltre 8-9 anni, da quando, mia moglie ed io, vivevamo in barca a vela e navigavamo per il Mediterraneo. Offriamo, insomma, cene sociali a “luce di candela” con ricette tipicamente italiane, il tutto solo per poche persone, massimo 4-5, magari non conoscendosi fra loro, magari di diverse culture, ché lo scopo è inoltre condividere esperienze, meglio ancora con giovani provenienti dalle più disparate parti del mondo.
In uno degli ultimi incontri, partecipavano una ragazza di origine spagnola, una colombiana vissuta fin da piccola negli Stati Uniti, un californiano, un’altra colombiana e il sottoscritto italiano.
Social dining, dunque, che presentiamo, oltre tramite volantino affisso nella bacheca del nostro edificio, anche alle persone che man mano conosciamo nel nostro cammino e ai nostri contatti internettiani locali, Facebook, Twitter, Google+. Più o meno due volte al mese lanciamo l’evento, prepariamo le ricette culinarie, decidiamo il giorno e invitiamo…
Ribadisco la rilevanza che ha per me la mailing list, contatti selezionati uno a uno, la maggior parte conoscenti, altri amici di amici, altri ancora aggiunti per suggerimento.
Il mio motto è stato sempre quello di diversificare le entrate monetarie, non appoggiarmi su una sola attività, né on-line né off-line, non far affidamento unicamente su un settore, ma su più alternative, alternative in cui, certamente, si hanno buone conoscenze e professionalità, il tutto condito dalla passione e dall’attitudine positiva. Ti assicuro i risultati verranno, con perseveranza, con serietà, con disponibilità, i frutti verranno a maturazione.
“E tu, futuro nomade digitale, sei pronto a partire? Ti sei già organizzato? Hai idee, proposte, suggerimenti?“