Attrarre (e Trattenere) Nomadi Digitali in Italia: Work in Progress!

Proviamo a immaginare insieme un “modello" di destinazione ospitale e sostenibile, che possa attrarre in Italia nomadi digitali e professionisti da ogni parte del mondo

Franco Amato: Nella mia vita professionale sono sempre stato inquieto e desideroso di scoprire mondi nuovi e di affrontare nuove sfide. Dopo l'esperienza in aziende pubbliche e private nel settore della comunicazione, ispirato anche dal sito Nomadi Digitali, mi sono licenziato e mi sono dedicato alla mia grande passione: scrivere per me stesso e per gli altri. In sintesi faccio il ghostwriter!

Pubblicato il: 2 Novembre 2021 | Categoria:

Durante i lockdown adottati nelle fasi più acute della pandemia, milioni di persone in tutto il mondo hanno “scoperto” il lavoro da remoto e, dopo la lenta ma progressiva fine dell’emergenza sanitaria, stanno scegliendo di continuare a lavorare da ovunque.

Il numero di nomadi digitali in tutto il mondo continua ad aumentare esponenzialmente e, secondo alcune statistiche non ufficiali, sembra che superi ad oggi i 35 milioni di persone in tutto il mondo!

Molte grandi aziende – l’ultima è Amazon – dopo che inizialmente avevano imposto ai propri dipendenti di tornare in ufficio full time o almeno tre giorni alla settimana, gli consentiranno di continuare a lavorare da remoto.

Dopo le aziende, anche molte nazioni stanno adottando un mix di provvedimenti di varia natura, da quelli dei visti alle agevolazioni fiscali, per trattenere e attrarre remote worker e nomadi digitali. ( Ecco una lista di Paesi del mondo che offrono opportunità, visti e agevolazioni per nomadi digitali.)

E l’Italia?

La risposta del nostro Paese di fronte a questo nuovo fenomeno è stata finora contraddittoria: da una parte il Governo ha deciso inizialmente che tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione dovessero fare ritorno al lavoro in ufficio e dall’altra hanno annunciato iniziative per facilitare la vita di chi vuole continuare a lavorare da remoto.

L’ultima è la dichiarata volontà del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, “di estendere da tre mesi a un anno il visto turistico, in modo da intercettare questa forma di turismo particolare, che è quella dei nomadi digitali (…) Il mercato del lavoro sta cambiando, lo smartworking non è solo settimanale ma anche annuale (..) e se tu vuoi lavorare in Italia e hai un permesso di soggiorno di tre mesi non lo puoi fare“.

Negli ultimi mesi si sono anche moltiplicate le iniziative di alcune Amministrazioni Locali rivolte a “smart worker” e nomadi digitali, ma ad oggi manca una strategia ampia, articolata e coordinata basata sulle loro esigenze e sulle criticità che devono affrontare.

I nomadi digitali del terzo millennio non sono più i giovani con lo zainetto di dieci anni fa, ma sono manager, freelance, imprenditori e lavoratori dipendenti che desiderano coniugare lavoro e qualità della vita, crescita professionale e benessere personale (e famigliare).

Per attrarli (e trattenerli) nei nostri splendidi borghi e nelle nostre città non è sufficiente l’accesso alla banda ultra larga, wifi gratuito, spazi di coworking e alloggi a condizioni agevolate, occorre attivare il potere delle relazioni umane e sociali come motore di tutto.

Dal lavoro di ricerca svolto recentemente all’interno del network professionale dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali, (Primo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia) emerge con evidenza che i nomadi digitali e i remote worker si muovono alla ricerca di luoghi dove è più bello lavorare e dove potersi sentire a casa pur essendo altrove.

E’ quindi indispensabile coinvolgere i vari stakeholder per progettare insieme un ecosistema che possa offrire il giusto mix di servizi umani, fisici e tecnologici. Un ecosistema in grado di creare le condizioni ottimali affinchè questa nuova generazione di professionisti che mescolano viaggi, lavoro e vacanze fino a fonderli insieme, possano sentirsi accolti e apprezzati e trovare il giusto equilibrio tra benessere professionale e personale.

All’interno dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali abbiamo avviato su questo tema un laboratorio di co-progettazione condivisa, coinvolgendo e dialogando con diversi professionisti e realtà che operano nel mondo profit e no-profit ( progettisti culturali, amministratori, innovatori sociali) per immaginare insieme un “modello italiano” di destinazione ospitale e sostenibile, che possa attrarre nomadi digitali e professionisti da ogni parte del mondo e al tempo stesso trasformarsi in un ecosistema permanente di innovazione sociale per il territorio e le comunità che lo abitano.

L’obiettivo primario di questo modello è infatti quello di generare un impatto socio-economico positivo sui territori e sulle comunità locali, evitando di riproporre le stesse dinamiche fallimentari innescate per anni sul fronte del turismo tradizionale.

Emerge quindi l’importanza di un dialogo preventivo con le comunità locali che parta dai bisogni della comunità presente e anticipi quelli futuri; un processo che renda i cittadini protagonisti nel percorso decisionale, il tutto in un’ottica di innovazione sociale e sviluppo sostenibile del territorio che deve risultare win-win per tutti.

Da questo lavoro coordinato e partecipato sono emerse anche concrete proposte, come l’istituzione della figura del residente temporaneo di una comunità, rivolta agli smartworker che hanno scelto di vivere periodi medio-lunghi in un comune differente da quello di residenza.

Spesso si tratta di nuclei familiari con bambini e nel medio periodo possono avere difficoltà nell’accesso ai servizi di base (anagrafe, sanità, trasporto pubblico): equiparare il loro status a quello dei cittadini stanziali non solo ovvierebbe a questi problemi, ma faciliterebbe anche un vero percorso di integrazione e crescita economica.

Il percorso per creare le migliori condizioni per attrarre nomadi digitali in Italia è lungo e articolato, ma coinvolgendo le istituzioni e le comunità locali l’Italia questa volta può giungere ad un modello di successo!

Noi ci stiamo già lavorando ma abbiamo bisogno anche del tuo aiuto! Con una piccola donazione puoi contribuire ai progetti sul territorio e sostenere la progettualità dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali. Grazie!



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