29 Marzo 2024 | Giovanni Filippi
Come e Perché Una Destinazione Turistica Può Attrarre Nomadi Digitali
Ti racconto quali sono secondo me le caratteristiche e le dinamiche che permettono a una destinazione turistica di diventare appetibile per i nomadi digitali e i remote worker professionisti, prendendo l’esempio di come si sta muovendo Benidorm.
Photo by Pejmon Hodaee / Unspalsh
Qualcuno ne parla già da tempo, oggi sono molti di più ad esserne convinti: lavorare da remoto non solo è possibile, ma questa modalità di lavoro può contribuire a migliorare notevolmente il benessere e la qualità della vita di tanti lavoratori. E anche a migliorare la produttività di quelle aziende che sceglieranno di adottarlo.
Per questo motivo il numero di Nomadi Digitali e Remote Worker professionisti è destinato ad aumentare esponenzialmente nei prossimi anni. E ciò creerà tante nuove opportunità a beneficio di coloro che saranno in grado di comprendere le dinamiche e le reali dimensioni del cambiamento in atto.
Oggi vorrei condividere con te un’analisi di quelli che secondo me sono gli aspetti fondamentali che possono aiutare una destinazione turistica a diventare una meta interessante e attraente per lavoratori da remoto e Nomadi Digitali.
Colgo l’occasione per parlarne anche qui sul sito, perché il mese scorso sono stato invitato dall’ente del turismo di Benidorm, in Spagna, proprio per trattare con loro di questi temi.
Quindi ti riporto ora quelle che a mio modo di vedere sono le esigenze primarie dei Nomadi Digitali e come Benidorm si sta attrezzando per soddisfarle.
Sono considerazioni che affondano le radici nella visione e nella missione che il progetto Nomadi Digitali porta avanti da diversi anni, e nelle quali io mi riconosco in pieno.
Persone libere di vivere e lavorare ovunque sono persone più felici e realizzate.
Il trend del lavoro da remoto può davvero cambiare la vita di molte persone, dai professionisti stessi, agli operatori di un settore turistico decisamente in crisi e a tutto l’indotto che questi generano.
Il Contesto
Il contesto nel quale ci troviamo mette di fronte, da una parte, un numero sempre crescente di persone nel mondo che possono muoversi liberamente e lavorare da remoto da luoghi diversi, e dall’altra molte destinazioni turistiche che, a causa della Pandemia, hanno visto letteralmente crollare i flussi di turisti e vacanzieri.
Dopo un primo momento di stallo si è capito che queste due categorie possono essere complementari. Così, da Sud a Nord, dal mare alla montagna, sono nati progetti che cercano di attrarre smartworker e lavoratori da remoto.
Tralascio per il momento le differenze di concetto tra termini come smart-working, lavoro da remoto e nomadismo digitale, perché se ne potrebbe parlare a lungo. Vorrei invece portare alla luce i dubbi nati tra chi stava sperimentando queste modalità lavorative già da prima della crisi sanitaria legata al Covid.
Ok, adesso l’offerta dei luoghi solitamente scelti per le vacanze, ha incontrato la domanda di persone libere di muoversi e lavorare ovunque. Ma è davvero nato un rapporto sinergico e proficuo per entrambi, oppure si tratta semplicemente di un tentativo per provare a tamponare la situazione d’emergenza, in attesa che tutto torni come è stato in passato?
Qual è la visione nel medio-lungo periodo di queste destinazioni? Cosa succederà, per esempio, alle offerte scontate per i soggiorni a medio-lungo termine che oggi vengono proposte, quando tra un po’ di tempo torneranno a muoversi i vacanzieri tradizionali, e i turisti mordi e fuggi che si fermano meno ma spendono di più?
Non so per certo la risposta, ma è proprio a partire da questi dubbi che sento il bisogno di fornire degli spunti di riflessione utili per gli operatori del settore turistico e le destinazioni che potrebbero davvero rinascere grazie a quest’evoluzione nel modo di vivere e di lavorare di milioni di persone nel mondo.
Prima di ogni altra cosa è necessario sviluppare una visione chiara di dove si vuole arrivare.
Photo by spagna.info
Un esempio virtuoso di destinazioni turistiche che si stanno muovendo attivamente in questa direzione è l’iniziativa messa in atto dall’ente turistico di Benidorm.
Nomadi Digitali e remote worker professionisti sono stati invitati a visitare la città, per potersi confrontare insieme sulle reali esigenze di questo target emergente di professionisti, liberi di vivere e lavorare ovunque. Quali sono i servizi indispensabili di cui hanno bisogno, quali quelli già disponibili e quelli che invece la destinazione dovrà implementare.
Io credo infatti che prima ancora di promuovere una destinazione ad un determinato target, prima di proporre offerte turistiche o lanciare iniziative che possano attrarre l’attenzione dei media, sia necessario ascoltare attivamente e con umiltà quali sono le reali esigenze delle persone a cui noi ci rivolgiamo!
Questo non deve essere per forza interpretato come la garanzia per il successo, ma in fondo, se vuoi aiutare qualcuno, devi prima di tutto capire di cosa ha bisogno!
Per questo noi abbiamo accettato volentieri l’invito e il 4 Ottobre sono partito alla volta di Benidorm, una località balneare della Costa Blanca, per offrire il mio contributo e confrontarmi insieme ad altri professionisti su quali siano le reali esigenze del nostro target.
Benidorm, la Località che Vuole Accogliere Nomadi Digitali e Lavoratori da Remoto.
La Città
Sono stato a Benidorm per tre giorni, ospite dell’Apartamentos La Mar. Sono stati giorni molto intensi, ma nei quali tutto è andato per il meglio anche grazie al supporto e l’organizzazione logistica del Portale Ufficiale del Turismo Spagnolo.
Ad accogliermi ho trovato Laura e Antonio, dell’ente turistico Visit Benidorm, e Lauren, una nomade digitale inglese che da qualche tempo ha scelto di base in questa cittadina della costa Blanca.
Devo essere onesto, non avevo sentito tanto parlare di Benidorm prima, a parte da qualche conoscente che mi ha avvisato di aspettarmi una città simile a Rimini o Ibiza. Ecco bé, io l’ho trovata molto diversa.
Come mi ha spiegato Laura, Benidorm ha una storia piuttosto particolare. Per decenni è stata un semplice centro di pesca, ma quando negli anni Sessanta improvvisamente la pescosità del mare diminuì, l’allora sindaco prese una decisione molto ardita. E, con il senno di poi, lungimirante.
In un’epoca nella quale ancora non si parlava di turismo, iniziò a sfruttare il microclima gradevole del territorio cittadino per attirare persone in vacanza.
Benidorm è circondata da montagne, che bloccano le perturbazioni in arrivo dal continente, garantendo sole e una temperatura mite durante tutto l’anno. Motivo per il quale è tanto amata dagli inglesi, anche quelli più in là con l’età!
Il sindaco fece pianificare in modo ottimale l’urbanistica della città, portandola a svilupparsi in verticale, ma con chiare istruzioni sulla percentuale di aree verdi da lasciare intorno a ogni grattacielo.
Di conseguenza quello che ti trovi davanti arrivando è una città che sembra New York, ma poi quando sei a passeggio non provi mai quel senso di claustrofobia che ti saresti aspettato, è tutto molto arioso.
Se a questo aggiungi che ogni anno che passa una parte delle strade del centro viene convertita in aree pedonali e ciclabili, puoi capire perché l’ho trovata gradevole e vivibile anche io, che non sono un vero e proprio amante delle città.
Da quello che ho potuto vedere il costo della vita è allineato con altre destinazioni spagnole, se vuoi farti un’idea personalmente puoi dare un’occhiata alla pagina Numbeo di Benidorm.
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Le Attività
Il primo impatto all’arrivo è quello di una metropoli, con grattacieli che svettano alti su una baia divisa a metà da una rocca. Rocca che divide anche le due anime di Benidorm, Levante Beach e Poniente Beach.
La prima è quella più estroversa, frequentata da giovani, sportivi e da chi preferisce uno stile di vita un po’ più movimentato. Qui si trovano i locali di tapas, quelli della movida, c’è il quartiere LGBT, ristoranti e supermercati internazionali.
La seconda è quella invece più frequentata dalle famiglie, dai pensionati e in generale da chi preferisce ritmi più tranquilli.
Dal mare alla montagna, ci sono davvero tante attività che si possono fare a Benidorm.
A pochi chilometri dalla baia si trova un’isoletta, intorno alla quale è stata istituita una riserva naturale sottomarina, particolarmente indicata per immersioni e lo snorkeling. (PS: è stata la prima immersione della mia vita: un’esperienza bellissima!)
Davanti alla spiaggia di Levante ho visto anche un curioso ski-lift per lo sci nautico. Per non disturbare l’ambiente sottomarino, invece di utilizzare una barca a motore, è stato realizzato un percorso ad anello alimentato con motori elettrici, bella trovata!
Alcune calette a nord sono raggiungibili esclusivamente con kayak o canoe. Io le ho potute solo osservare dall’alto di un percorso panoramico, percorribile a piedi o in bici, che portava ad una torretta medievale, ma davano l’idea di essere una vera perla tra le rocce.
Un fitto dedalo di piste ciclabili e percorsi pedonali rendono inutili gli spostamenti in macchina o con i mezzi, ma anzi, ti permettono di spostarti agilmente da una parte all’altra del comune. Se sei un amante della corsa magari ti interessa sapere che da qualche anno qui si corre anche la Mezza Maratona.
Insomma l’esperienza in città può essere costruita davvero intorno alle tue esigenze, i tuoi ritmi e le tue passioni.
Dal punto di vista della sicurezza, e tenendo presente il momento particolare dovuto alla pandemia, mi ha dato l’idea di essere una cittadina molto tranquilla e vivibile, anche la sera.
Infine va fatta una nota di merito per la gestione delle attività durante questo periodo particolare.
A quanto pare Benidorm è stata la città che si è mossa meglio la scorsa primavera, diventando un esempio da seguire per tante altre località.
Un’attenzione particolare al distanziamento e un’efficace divisione degli spazi in spiaggia e nei locali, hanno permesso agli abitanti temporanei di poter vivere in modo discretamente agevole tutte le settimane di lockdown.
La Visione di Benidorm
Ok, Benidorm è una località balneare che offre molte attrattive per chi è in cerca di svago e divertimento, ma perché ora hanno deciso di puntare il target lavoratori da remoto e Nomadi Digitali?
In Spagna la situazione dei mesi scorsi è stata molto simile a quella che abbiamo avuto in Italia e in tutto il mondo. Quindi chiusura di attività e implementazione del lavoro da casa per tanti lavoratori e professionisti che si sono trovati improvvisamente proiettati nella dimensione e nelle nuove dinamiche del lavoro da remoto.
Laura mi dice che, specialmente dalla capitale Madrid, c’è stato un vero e proprio esodo verso altri luoghi più periferici, Benidorm su tutti, dove le persone sentivano che sarebbero potute stare meglio rispetto ad una grande metropoli.
È un dato di fatto: alla prima occasione utile, appena si è palesata l’opportunità, le persone si sono spostate in massa verso luoghi che possano avere un miglior impatto sulla qualità delle loro vite.
Questo è un dato importante su cui occorre riflettere -la stessa cosa è successa più o meno anche da noi- e significa che probabilmente ci sono molte persone e lavoratori che non sono soddisfatte della qualità, del tenore di vita e dell’aria che si respira nei grandi agglomerati urbani.
Io non posso affermarlo con certezza, ma tanti sondaggi dimostrano che in effetti è così. Per esempio questo Report sul Lavoro da Remoto in Europa nel 2030.
Forse allora, invece di preoccuparci tanto cercando di capire quando tornerà tutto come prima, non è meglio iniziare a pianificare per tutti noi un futuro diverso?
A Benidorm hanno intuito da tempo che nei prossimi anni il numero professionisti che avranno la possibilità di lavorare da remoto e di spostarsi in luoghi diversi è destinato a aumentare esponenzialmente e non vogliono farsi trovare impreparati!
Il loro obiettivo è, da qui a 5 anni, far sì che la località possa essere attrezzata per soddisfare le esigenze dei Nomadi Digitali e dei Remote Worker ed essere annoverata tra le destinazioni ideali per questo target di persone.
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Le Esigenze di Nomadi Digitali e Remote Worker Professionisti.
Definizione del Target “Nomade Digitale”
Sì ma quindi quali sono i servizi necessari che una località turistica deve avere affinché possa essere considerata una destinazione interessante per lavoratori da remoto e Nomadi Digitali?
Se ti è capitato di approfondire l’argomento, avrai già capito chi sono realmente i Nomadi Digitali. Probabilmente saprai già che questo non è un target omogeneo, e il termine Nomade Digitale non identifica una specifica categoria professionale.
Le persone che nel mondo stanno sperimentando questo nuovo stile di vita e di lavoro sono davvero tante e molto diverse tra loro sia professionalmente che personalmente.
Ci sono imprenditori, freelance, dipendenti, alcuni di loro hanno famiglia, altri invece sono single o in coppia. Alcuni sono molto giovani e altri invece sono profili senior in età più avanzata!
Ecco quindi che l’immagine stereotipata del Nomade Digitale, ovvero quella di un giovane millennial, che vive in giro per il mondo con un laptop e uno zaino sulle spalle, rischia di trarre in inganno chi approccia a questo contesto senza le giuste conoscenze.
La verità è che solo una minima parte dei Nomadi Digitali sono viaggiatori seriali che vivono spostandosi costantemente da un Paese all’altro ( o da Nomade come molti credono!).
La maggior parte in realtà sono professionisti che scelgono destinazioni dove preferiscono fermarsi più a lungo, per spostarsi solo se e quando ne sentono il bisogno!
In relazione alle destinazioni quindi è forse più giusto definire i Nomadi Digitali come degli abitanti temporanei, piuttosto che viaggiatori-globetrotter che rimbalzano continuamente da un Paese all’altro!
Ecco quindi che la figura del Nomade Digitale assume forme e significati diversi in base alle persone che scelgono di adottare questa filosofia di vita e di lavoro.
Pensa all’offerta fatta al turista che visita le città d’arte, piuttosto che quello che sceglie il Trentino per camminare o la Sardegna per le immersioni. Ci sono dei punti in comune, ma anche aspetti ed esigenze completamente diverse tra loro.
Il lavoratore da remoto è per definizione una persona che utilizza le tecnologie digitali per svolgere la propria attività professionale a distanza e da luoghi diversi rispetto a quelli che sono i tradizionali spazi di lavoro, come uffici e sedi aziendali, oppure a distanza rispetto a dove si trovano i propri clienti e/o collaboratori.
E se questo ti sembra banale, per tante persone è davvero incomprensibile capire, a volte persino difficile da accettare!
A proposito, per spiegare meglio quali tipologie di lavoro si possono svolgere da remoto, noi di Nomadi Digitali abbiamo deciso di lanciare una video-rubrica sul nostro canale Youtube nella quale i professionisti del nostro network racconteranno il proprio lavoro condividendo al tempo stesso conoscenza e consigli e utili. “Ti Racconto il Mio Lavoro da Remoto” ( Iscriviti al canale o alla nostra newsletter per non perdere nessun aggiornamento)
Spostarsi senza vincoli di tempo e di spazio permette ai Nomadi Digitali di avere un rapporto più profondo con il luogo nel quale si trovano. Rispetto al turismo mordi e fuggi, che negli ultimi anni ha raggiunto un livello davvero insostenibile per le comunità locali, questo nuovo target di professionisti mobili ha la possibilità di fermarsi per più tempo e legarsi in modo diverso al territorio.
Laddove un turista tradizionale cerca soprattutto luoghi belli da visitare, divertimento o esperienze da provare, il professionista che lavora da remoto cerca una destinazione che prima di tutto lo faccia sentire a casa pur essendo in un luogo diverso e che gli offra le condizioni e i servizi adeguati per rimanere sempre produttivo. Perché non è un vacanziero ma una professionista che ha l’esigenza di continuare a portare avanti il suo lavoro e la sua carriera professionale.
Le 3 Esigenze da cui Partire
A partire da questi concetti, vado a ragionare proprio su quelle che secondo me sono le esigenze in comune a tutta la categoria dei Nomadi Digitali, dalle quali è possibile iniziare a ragionare in termini di servizi offerti.
Io ne identifico principalmente tre e hanno tutte a che fare con un tipo di connessione.
- La connessione con altre persone che condividono la nostra stessa filosofia di vita, per soddisfare la necessità di creare relazioni costruttive e abilitanti, perché questo rientra nei bisogni di ogni essere umano.
- La connessione della destinazione con il resto del mondo, quindi che sia facile da raggiungere e che mi permetta di spostarmi in autonomia senza bisogno di possedere una macchina.
- La connessione Internet, che per lavorare da remoto è fondamentale.
Le relazioni, un aspetto fondamentale per chi, da solo o in coppia, sceglie di spostarsi temporaneamente in un posto nuovo.
Strutture come coworking e coliving sono un buon punto di partenza. Ma lasciati a sé stessi sono semplicemente degli spazi, non per forza adatti a vivere e lavorare da remoto.
Il consiglio che mi sento di dare ai proprietari di strutture di ospitalità che vogliono aprirsi a questo nuovo target, è quello di mettersi a disposizione e organizzare attività che permettano ai Nomadi Digitali, e in generale a persone che arrivano da contesti completamente diversi tra loro, di incontrarsi, conoscersi e di contaminarsi tra loro e con la comunità locale.
Il Wifi è fondamentale, ma lo sono altrettanto le relazioni umane!
Ti sei mai chiesto perché quando si elencano le destinazioni più comuni per Nomadi Digitali, si pensa subito a hub come Bali, le Isole Canarie o Chiang Mai?
Perché le persone desiderano tanto andare in questi posti?
Perché sanno che laggiù troveranno condizioni favorevoli come, buona qualità della vita, prezzi abbordabili, un contesto stimolante, vivace, sempre attivo, frequentato da persone simili. Professionisti con i quali fare network, chiacchierare, scambiarsi idee, condividere progetti e perchè no…Trovare nuove opportunità personali e professionali!
Un altro valore fondamentale per i Nomadi Digitali è la mobilità personale. E per essere mobili ci affidiamo molto spesso ai trasporti pubblici, a parte quella piccola parte di noi, i così detti fulltimer o vanlifer, che scelgono la loro casa su quattro ruote.
L’accessibilità della destinazione è una caratteristica da non sottovalutare se scegli di puntare a soddisfare le esigenze di questo target..
Purtroppo io credo che questo sia una delle note dolenti di molte destinazioni italiane. Abbiamo tanti borghi bellissimi, ma spesso sono completamente isolati!
Per esempio a Settembre sono stato una ventina di giorni in un piccolo paese tra le colline sabine, ma per poterci arrivare e muovermi anche solo a fare la spesa, ho dovuto affittare una macchina, non esattamente conveniente.
Quindi pensare ad implementare servizi snelli di affitto macchine, car-sharing, bike-sharing o qualunque cosa che possa permettere a una persona di muoversi agevolmente e in autonomia.
Infine il punto forse più scontato, ovvero la connessione internet.
Se lavoro da remoto ho bisogno di una connessione internet veloce, stabile e affidabile!
E magari non solo nella mia camera o all’interno del coworking. Avere spazi dove potersi collegare liberamente senza limiti di orario è l’ideale anche per soddisfare le esigenze di quei professionisti che lavorano da remoto con fusi orari diversi.
Ecco, questo per me è un buon punto per iniziare a comprendere quali siano le reali esigenze di Nomadi Digitali e Remote Worker professionisti quando scelgono le loro destinazioni. Sicuramente non solo le uniche, in quanto anche la qualità dell’aria, la sicurezza, la mancanza di discriminazioni e il costo della vita sono fattori importanti che dovrebbero essere considerati.
In sintesi, la prima domanda che una destinazione turistica o una struttura di ospitalità che vorrebbe aprirsi a questo nuovo target dovrebbe porsi è la seguente: Perché una professionista libero di vivere e lavorare da qualunque parte del mondo, dovrebbe scegliere me?
La Proposta di Benidorm per i Nomadi Digitali
Dopo averti presentato la mia personale idea su quali sono gli aspetti fondamentali da curare per una destinazione che vuole attirare Nomadi Digitali, ti vado a presentare quello che stanno facendo a Benidorm a proposito.
Se vuoi altre informazioni sempre aggiornate, puoi collegarti alla pagina dedicata dell’ente del turismo.
La Comunità e gli Spazi di Connessione
Per prima cosa Laura e Antonio hanno aperto un gruppo Facebook dedicato, Digital Nomad Benidorm, dove puoi iscriverti prima di partire, per iniziare a conoscere persone ed essere al corrente delle attività.
Una volta arrivato in città, il punto di incontro è il TouristLab, uno spazio di coworking completo di tutto e gestito da due ragazzi molto aperti e disponibili. Da qui inizierai a capire come orientarti, i contatti e i servizi utili e quali sono le zone e i locali più frequentati da professionisti che lavorano da remoto come te.
A proposito di locali, te ne segnalo alcuni dove sono passato e che hanno delle ottime potenzialità per diventare luoghi di lavoro e di ritrovo per Nomadi Digitali:
- Madness Coffe Benidorm: uno spazio per gli amanti del caffè e dei dolci. A pochi passi dal mare, con un design in tema, molto particolare, un servizio che è un rito e tante diverse miscele da provare.
- Cerveceria l’Abadia: qui è la birra a farla da padrone, come puoi vedere sul sito. Inoltre si trova a pochi passi dal coworking e proprio in corrispondenza dell’Aparthotel Belroy.
- Aparthotel Belroy: una struttura nella quale soggiornare. Offre camere e appartamenti attrezzati per poter lavorare da remoto e dispone di tanti servizi interni, come una palestra, una piscina all’aperto e una al chiuso.
Ti segnalo la presenza di Wi-fi gratuito sul territorio, comprese le spiagge.
Al momento della mia visita non erano ancora stati organizzati eventi specifici di networking per Nomadi Digitali ma Laura e Antonio hanno colto l’importanza di questo aspetto e si sono messi all’opera per pianificarli appena possibile.
I Collegamenti a Benidorm
Benidorm è una città davvero ben servita da questo punto di vista. Per prima cosa è sul territorio del continente, e questo secondo me la rende molto appetibile per la comodità.
A meno di un’ora di treno si trova l’aeroporto internazionale di Alicante, il quinto più trafficato della Spagna. Mentre a Nord, in un paio di ore, si raggiunge quello di Valencia. Quindi come collegamenti con l’esterno ci siamo.
All’interno secondo me l’utilizzo dei mezzi pubblici non è così fondamentale, ma anzi potersi muovere a piedi o in bici tutto l’anno è senza dubbio positivo.
Qui su Urban Transport of Benidorm puoi trovare le informazioni sul trasporto urbano e qui sul progetto Bicidorm.
Eccomi arrivato alla fine di questo (lungo) articolo, spero che ti sia stato minimamente utile! 🙂
Se hai intenzione di conoscere più da vicino Benidorm, restrizioni permettendo, ti segnalo quest’offerta di soggiorno all-inclusive decisamente interessante. Fino al 31 Marzo infatti, è possibile sfruttare dei pacchetti in una delle strutture che aderiscono all’iniziativa. A partire dal solo alloggio (125€ per 6 notti), al tutto compreso con i pasti (271€ sempre per 6 notti).
Per concludere, non so ancora se Benidorm diventerà una destinazione per Nomadi Digitali come quelle tanto famose ora. Ma sono convinto che in questo momento storico si stanno muovendo nella giusta direzione!
La visione che li guida è proiettata in un futuro dove il modo di vivere, di lavorare e di viaggiare delle persone sarà completamente diverso rispetto a quello che abbiamo conosciuto sino ad ora!
Se saranno bravi a perseguire questa visione, a mettere in campo le giuste risorse, le giuste strategie e ad attivare nuove dinamiche, credo che presto i Nomadi Digitali provenienti da diverse parti del mondo, potranno contare su una nuova interessante destinazione!
Le foto inserite nell’articolo sono di proprietà di Giovanni Filippi e Visit Benidorm
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