26 Giugno 2019 | Frida Del Din
Contratti Internazionali per Freelance: Cosa Devi Sapere
Ecco quali sono le cose importanti da sapere e tutto quello che devi controllare prima di firmare dei contratti internazionali di lavoro freelance e da remoto.
Contract word on business handshake background © Di Rawpixel.com/Shutterstock
Il sogno di lavorare da remoto e di poter viaggiare in tutto il mondo, operando in mobilità è una situazione che sempre più sta interessando moltissime persone.
Complice la crisi economica e il profondo cambiamento del mercato del lavoro, dove sono completamente modificati i canoni tradizionali del posto sicuro ed a tempo indeterminato, oggi questo tipo di scelta non è più una panacea per i più coraggiosi o avventurieri, ma di molte persone che vogliono migliorare la loro vita e che sono spinte, volenti o nolenti, a reinventarsi in una camaleontica ricerca dell’agognato “Life-Work Balance”.
Inoltre la tecnologia ha accorciato sempre più le distanze, rendendo molto più frequente l’imbattersi in rapporti di lavoro di natura internazionale, dove una delle parti contrattuali ha sede al di fuori dell’Unione Europea.
Quindi oggigiorno entrare in contatto con un testo di contratto internazionale è molto più frequente rispetto al passato, perché non è più un evento riservato alle grandi multinazionali americane o ai lavoratori che si trasferiscono in un altro paese in cerca di fortuna, ma è una opzione che può presentarsi a chiunque, anche al singolo freelance alle prime armi con base in Italia.
Ecco perché è importante sapere sempre cosa ci si trova di fronte, per capire qual è la scelta migliore prima di firmare un contratto. Se vuoi sapere che cosa controllare prima di firmare un contratto in generale, leggi l’articolo: Cosa Devi Verificare Prima di Firmare Un Contratto di Lavoro da Remoto.
In questo articolo ci occuperemo, invece, in modo specifico dei contratti internazionali.
1. Ma che Cos’è un Contratto Internazionale?
Businessmen shake hands in laptop screen © Di Summer Photographer/Shutterstock
Un contratto internazionale è un contratto che coinvolge due o più parti che provengono da due paesi diversi, oppure due o più parti provenienti dal medesimo paese ma avente, come oggetto, una prestazione da svolgersi in un paese diverso.
La nazionalità delle parti o il luogo in cui la prestazione oggetto del contratto deve essere effettuata, determinano la commistione di legislazioni diverse, che possono essere, in tutto o in parte, anche in contrasto una con l’altra.
Per esempio se sei un freelance con base in Italia e ricevi un incarico di collaborazione con una società americana, il contratto che regola i vostri rapporti è senz’altro un contratto internazionale.
Allo stesso modo è un contratto internazionale quello stipulato tra due aziende italiane che preveda l’apertura di un nuovo mercato in un altro paese straniero.
Il fatto che i soggetti o l’oggetto del contratto appartengano a diverse legislazioni, implicano delle complessità giuridiche che devono essere tenute in debita considerazione.
2. Sistemi Giuridici Diversi
Law cases and law books on a shelf © Di zimmytws/Shutterstock
Quando ci troviamo di fronte ad un contratto internazionale, la prima cosa fondamentale da tenere a mente è che al mondo esistono due grandi sistemi giuridici: il Civil law e il Common law.
Il Civil Law è un sistema di tradizione Romanistica, tipico anche del sistema italiano; mentre il Common Law è un sistema di estrazione anglosassone, utilizzato in molti paesi di lingua inglese.
La differenza tra i due sistemi è questa (da prendere però con le pinze come vedremo): i sistemi di Civil Law, come il nostro, sono basati su norme di legge scritte, elaborate dall’organo preposto (nel nostro caso il Parlamento), che stabiliscono la regolamentazione di fattispecie astratte che poi, in sede di vertenza, il giudice dovrà interpretare ed applicare al caso concreto che sta decidendo.
Nel Common Law, invece, il sistema giudiziario è basato sul precedente vincolante, ovvero decide di una vertenza facendo riferimento alle pronunce precedentemente intervenute su casi simili, potendosene discostare solo individuando ed argomentando l’esistenza di elementi di differenziazione che giustificano una diversa conclusione.
In realtà anche nei sistemi di Civil Law i precedenti delle Corti superiori sono tenuti in grande considerazione per la decisione di vertenze analoghe, così come anche nei sistemi di Common Law esistono raccolte e testi legislativi, estrapolati proprio dalla mole di sentenze pronunciate in precedenza.
Comunque, per ciò che qui interessa a noi, un contratto “appoggiato” sulla Civil law potrà essere un contratto più snello, perché ci saranno delle norme codificate (scritte ed organizzate) che andranno a colmare eventuali lacune presenti nel contratto.
Un contratto di Common law, invece, è in genere un contratto molto più corposo perché al suo interno deve essere contenuta nel dettaglio l’intera regolamentazione dei rapporti tra le parti, in modo molto preciso e puntuale. E ciò che non è scritto non potrà essere integrato o supportato da norme giuridiche esterne al contratto stesso, salvo qualche rara eccezione.
Tuttavia, per ciò che a noi interessa, è importante conoscere l’esistenza di questa fondamentale distinzione, che porta, come ovvia conseguenza, ad un impegno maggiore nella stesura di un contratto di Common Law, piuttosto che di un contratto di Civil Law.
3. Come Sapere Quale Sistema Governerà il Tuo Contratto?
Law © Di Billion Photos/Shutterstock
Chiarita la distinzione tra i due sistemi, quello di Civil Law e quello di Common Law, ti starai chiedendo come sapere a quale dei due sistemi si riferisca il contratto che ti interessa.
Beh la risposta è abbastanza semplice: scorri tutto il contratto e controlla verso la fine, nell’ultima clausola, quella che quasi mai nessuno considera, ovvero quella relativa alla legge applicabile al tuo contratto.
Se la legge applicabile è quella italiana, sarai certamente di fronte ad un contratto governato dalla Civil Law.
Se la legge applicabile è quella, per fare un esempio, Australiana, sarai senz’altro di fronte ad un contratto di Common Law.
Questo tema è fondamentale e, molto spesso, trascurato, ma dovrebbe essere la prima clausola da verificare, perché da quella si potranno leggere le altre nella giusta prospettiva.
Se non c’è alcuna clausola al riguardo, fai attenzione perché ci sono comunque delle regole (di diritto internazionale privato o contenute in Convenzioni internazionali o nei Regolamenti Europei) che operano automaticamente in assenza di scelta delle parti e che possono sottoporre il contratto ad una legge diversa da quella che puoi immaginare.
4. Le Definizioni
close up of a TRANSLATE word in a dictionary © Di Hafiez Razali/Shutterstock
Se ti trovi di fronte un contratto di Common Law, quasi certamente noterai che la prima parte è tutta dedicata ad una sorta di glossario dei termini utilizzati in quel contratto.
Si tratta di una prassi che sta prendendo piede anche da noi, perché è molto importante chiarire bene il significato dei termini utilizzati e, così facendo, si possono evitare molti problemi dopo, causati dalla diversa interpretazione di un termine specifico del contratto.
Il pericolo di un “misundestanding” è alquanto elevato in un contratto internazionale, sia per la differenza di lingua, sia per la differenza di sistemi giuridici.
Ad esempio la definizione stessa di contratto, nel sistema di Civil Law italiano, la si trova all’art. 1321 c.c. (“Il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale”), quindi un contratto “domestico” non avrà la necessità di chiarire questa definizione, dato che ci pensa a monte l’ordinamento giuridico a farlo.
Nel Common Law, invece, è importante individuare bene cosa intendono esattamente le parti per “contratto” e scriverlo nero su bianco.
Tuttavia la pratica di usare questo glossario anche nei contratti di Civil Law è molto utile, soprattutto per i termini e le definizioni che non sono di natura squisitamente legale, ma magari del settore specifico di riferimento o della prassi commerciale, per dare un significato univoco ed inequivocabile ai termini chiave del contratto stesso.
5. Le Penali
Angry businessman indignant disagree with information in mail business letter © Di fizkes/Shutterstock
Quando le cose non vanno bene ed una delle parti non fa quello che dovrebbe fare, un ottimo sistema persuasivo per evitare questi inadempimenti è quello di usare le c.d. penali (clausole penali).
Si tratta di clausole che prevedono che, nel caso una delle parti non faccia una determinata cosa, dovuta per contratto, questa sia tenuta a pagare una somma di denaro predeterminata.
Questa somma di denaro può avere due connotazioni: può costituire una forma di risarcimento integrale o parziale del danno (calcolato a priori in fase di redazione del contratto) o può costituire una sorta di sanzione privata per il mancato adempimento.
Quindi, per fare un esempio, se uno scrittore non consegna la bozza finale del manoscritto entro il termine concordato, sarà tenuto a pagare una somma di denaro a titolo di penale per non aver rispettato quel termine.
Questa somma potrebbe rappresentare solo una penalità, legittimando quindi il Committente anche a chiedere poi, in aggiunta, il risarcimento dei danni subiti. Oppure potrebbe trattarsi di una forma di liquidazione preventiva del danno che può, a seconda di ciò che decidono le parti, costituire risarcimento integrale o parziale del danno.
Per capire meglio, se la somma a titolo di penale fosse determinata, ad esempio, in € 10.000,00 come sanzione, il Committente potrebbe agire in giudizio per il risarcimento del danno. Nel caso il danno fosse quantificato in € 5.000,00, egli avrebbe diritto ad un totale di € 15.000,00 (€ 10.000,00 a titolo di sanzione ed € 5.000,00 a titolo di risarcimento del danno).
Se la penale, sempre di € 10.000,00, fosse stabilita come liquidazione preventiva ed integrale del danno, il Committente potrebbe chiedere solo € 10.000,00 e non potrebbe vantare nessuna ulteriore pretesa aggiuntiva, anche se potesse dimostrare di aver subito un danno ben maggiore.
Se, infine, la penale di € 10.000,00 venisse stabilita come liquidazione predeterminata del danno ma con la facoltà di chiedere il risarcimento del danno ulteriore, l’accertamento giudiziale di un danno di € 5.000,00 comporterebbe che il Committente non potrebbe chiedere nulla di più allo scrittore. Se il danno venisse valutato in € 13.000,00, il committente oltre alla penale di € 10.000,00 potrebbe pretendere anche gli ulteriori € 3.000,00 per un totale di € 13.000,00.
Questi esempi fanno capire come una clausola, scritta in un modo o nell’altro, può determinare conseguenze molto diverse, che colpiscono in modo diverso le tasche dell’obbligato.
Tuttavia questi esempi te li ho fatti per farti capire la differenza tra le varie clausole penali e per avvertirti che, in generale, nel diritto inglese (come in vari altri Paesi di Common Law) sono valide solo le clausole penali che integrino una liquidazione preventiva del danno e non le semplici clausole penali come sanzioni. Invece nei paesi di Civil Law sono lecite entrambe le ipotesi.
Quindi nella stesura o lettura di una clausola penale è bene utilizzare i termini corretti e comprenderne a fondo il contenuto, perché le conseguenze possono essere davvero molto diverse tra loro!
6. La Forza Maggiore
Green emergency exit sign © Di srmLambo/Shutterstock
Si tratta di una clausola preziosa, soprattutto per i contratti di lunga durata, perché offre delle vie d’uscita dal contratto nel caso in cui, nel tempo, alcune situazioni o condizioni possano imprevedibilmente cambiare, incidendo pesantemente sulla corretta esecuzione del contratto stesso.
Se accade un fatto imprevedibile e inevitabile, l’effetto che si vuole è quello che la parte che ne viene colpita non sia ritenuta responsabile per l’inadempimento che ne deriva.
Se ad esempio insorge una grave malattia, è importante che il contratto si possa sciogliere senza conseguenze negative su chi ne è colpito.
Sul punto bisogna fare molta attenzione perché i sistemi di Common Law non perdonano: se non si inserisce una clausola ben scritta che lo escluda, il malcapitato oltre a trovarsi in una situazione difficile, potrà essere chiamato a rispondere dei danni subiti dalla controparte per ritardi, inadempimenti o per lo scioglimento anticipato del contratto!
7. La Lingua del Contratto
Young woman speaks different languages opening a box with international flags flying away © Di pathdoc/Shutterstock
La lingua ufficiale del contratto è un aspetto che spesso viene trascurato ma che ha una grande importanza.
Quando il contratto è redatto in due o più lingue, è fondamentale stabilire quale versione prevalga sulle altre in caso di contrasto o discrepanza tra le diverse versioni.
Una clausola di questo tipo sgombera il campo da molti problemi (e costi) legati all’interpretazione corretta del contratto stesso in caso di vertenza.
8. Clausole Finali
Guarantee conditions of a contract are checked carefully with a magnifying glass © Di Ralf Geithe/Shutterstock
Le clausole finali hanno la stessa importanza di tutte le altre clausole e non vanno mai trascurate. Stabiliscono delle regole di chiusura importanti al fine dell’interpretazione dei contratti.
Per esempio la clausola che determina che la volontà delle parti è solamente quella contenuta nel contratto, evita che eventuali comunicazioni precedenti alla stipula del contratto possano essere utilizzate ad integrazione del medesimo (magari perché discusse ma poi lasciate da parte).
Oppure la clausola che regola il caso in cui una disposizione contrattuale sia nulla: in tal caso la nullità della clausola potrebbe “contagiare” l’intero contratto o, al contrario, preservarlo, salvando il salvabile.
Queste clausole sono molto importanti e vanno lette e comprese molto bene, perché possono determinare conseguenze molto diverse alle sorti del contratto stesso.
9. Il Foro Competente
Hand holding a judge's gavel through torn yellow paper wall. Law and courts, triumph of justice © Di Yuriy Golub/Shutterstock
Anche questa è di solito una clausola tanto trascurata, quanto fondamentale, soprattutto nei contratti internazionali.
Infatti tieni presente che un contratto può essere disciplinato dalla legge di uno Stato ed essere, allo stesso tempo, sottoposto ad una giurisdizione differente. Molto di frequente un giudice italiano – competente a decidere – può essere chiamato a risolvere una controversia secondo il diritto francese, così come un giudice inglese può essere chiamato a decidere una controversia in base alla legge italiana.
Quindi la scelta del foro competente è da fare con molta attenzione, senza limitarsi ad una frettolosa opzione che, superficialmente, sembra la più conveniente.
Per la verità nella contrattualistica internazionale viene spesso scelto l’arbitrato internazionale, anche perché è molto più facile il riconoscimento dei lodi arbitrali stranieri piuttosto che le sentenze dei Tribunali stranieri (per i Paesi aderenti alla Convenzione di New York del 1958).
Però si tratta di una scelta che va ben ponderata, anche in relazione ai costi elevati di una procedura arbitrale (che hanno senso solo per contratti di importi rilevanti).
Quindi si tratta di un aspetto affatto secondario, che andrà valutato con molta cura ed attenzione.
10. Per Concludere
In conclusione abbiamo visto quante complessità intervengono quando il contratto ha un connotato internazionale e di come i diversi sistemi giuridici e legislazioni locali possono influenzare il senso di una clausola contrattuale, capovolgendone gli effetti che le parti hanno voluto in sede di stipula.
In questo articolo abbiamo visto solo alcuni aspetti da tenere in considerazione, ma se devi firmare o negoziare un contratto internazionale, non esitare a chiedere una consulenza per comprendere a fondo le reali implicazioni di ciò che andrai a sottoscrivere.
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