22 Giugno 2023 | Danilo Messineo (aka dannymex)
Nomadi Digitali: Il Nuovo Trend Emergente per il Settore dell’Ospitalità
Ecco perchè i nomadi digitali rappresentano il nuovo target emergente per il settore del turismo e dell'ospitalità, sia alberghiera che extra-alberghiera.
Hotel room with wifi access sign, laptop and cup of coffee © Di ymgerman/Shutterstock
La grande lezione che ho appreso dalla dea Ospitalità è l’arte dell’ascolto.
Ho compreso negli anni che non si può essere ospitali e “fare ospitalità” se non ci si mette in una condizione di apertura
Per l’ospitalità saper ascoltare è saper respirare e l’arte del respiro, insegnano le discipline orientali, dona presenza permettendoci di entrare in risonanza con ciò che ci circonda che è in continuo mutamento.
Ascoltare quindi ci permette di prediligere, a un atteggiamento di conservazione e conformismo, un atteggiamento di creatività e innovazione
Questo principio è valido a ogni dimensione: individuale, nella relazione con un ospite, nella collaborazione con un team, a livello imprenditoriale e sociale.
Da sempre l’industria dell’Ospitalità e del Turismo si è adattata allo sviluppo sociale e tecnologico in corso ma mai come oggi, in cui il digitale sta ridisegnando rapidamente e profondamente il mondo e il nostro modo di vivere, diventa decisivo e vitale prestare attenzione per comprendere un cambiamento in corso epocale e di proporzioni enormi.
E allora fermiamoci per un momento ad ascoltare. Chiudi gli occhi, respira, osserva l’aria che entra ed esce dalle narici. Non controllare il respiro, osserva e basta. Riesci a percepire il terreno che si sta spostando sotto i nostri piedi? Riesci a sentire? È la marcia di milioni di nomadi digitali, un’onda in arrivo di dimensioni mai viste che viaggia a una velocità pazzesca.
Un consiglio? Corri, prendi la tavola da surf e inizia cavalcare l’onda!
Introduzione
L’umanità sta vivendo un periodo di progresso tecnologico senza pari che supera nettamente qualsiasi progresso digitale compiuto negli ultimi 60 anni e che sta cambiando profondamente il modello di business di qualsiasi industria e soprattutto i nostri modelli lavorativi sempre più flessibili e delocalizzati.
Il risultato è che stanno emergendo nuove realtà, che fino a poco tempo fa avremmo ritenuto impensabili.
Tra queste realtà, personalmente, un’attenta riflessione da parte del settore Ospitalità la merita il nomadismo digitale.
Si tratta di un fenomeno di portata globale che ricopre un ruolo centrale e determinante in questo scenario perché si riferisce non solo a un nuovo modo di svolgere e concepire il lavoro ma a un cambio di paradigma totale nell’intendere la vita nella sua interezza.
È una trasformazione che riguarda l’individuo prima ancora che il lavoratore e sancisce la nascita di un un nuovo essere umano.
Ad esso segue la nascita di un nuovo tipo di viaggiatore con una percezione diversa del viaggio in sé (spostarsi da un luogo all’altro diventa parte dell’ordinario mentre riscoprire il senso di umanità, appartenenza e comunità diventa eccezionalmente unico e straordinario), delle distanze, del tempo, del luogo in cui si decide di soggiornare e della comunità locale con cui ci si mescola.
Per l’appunto, lo scopo di questo articolo è far riflettere sull’ascesa di un nuovo ospite con nuove esigenze con cui ogni struttura ricettiva, a mio parere, deve iniziare a conoscere e a dialogare
Nomadi Digitali e Remote Worker: Chi Sono i Nuovi Viaggiatori?
Young beautiful woman traveler sits at the airport with a laptop while waiting for her flight © Di Olesya Kuznetsova/Shutterstock
I nomadi digitali rappresentano un movimento globale di persone (soprattutto appartenenti alle nuove generazioni Millennial e Generazione Z, ma non solo) che combinano lavoro e viaggio. Sono professionisti che si avvalgono degli strumenti digitali per adottare uno stile di vita che permette loro di lavorare da remoto, muovendosi in qualsiasi parte del mondo. Per loro la libertà è la nuova ricchezza, vivere e lavorare senza restrizioni di luogo e tempo è una scelta consapevole.
Sono, in un certo modo, la combinazione perfetta tra passato, presente e futuro!
Sfruttano il potere delle moderne tecnologie mentre abbracciano elementi di uno stile di vita nomade che è stato parte fondamentale della storia umana e che sta per essere riscoperto in una nuova dimensione e con nuove motivazioni.
Grazie alla possibilità di lavorare da remoto e quindi di lavorare da qualsiasi luogo si voglia, i nomadi digitali si spostano da una città all’altra alla ricerca di opportunità, di stimoli, o altri nomadi digitali con cui condividere una parte della loro vita, o comunità affini che si dissolvono e riformano continuamente, senza interruzioni.
Non sono backpackers o avventurieri senza una direzione ma sono professionisti laboriosi. Non sono solamente liberi professionisti o freelance, ma sempre più un numero crescente di persone lavora a tempo pieno per aziende che consentono loro di lavorare da remoto.
Si tratta quindi sia di dipendenti di azienda infatti che di liberi professionisti e molti imprenditori che hanno deciso di avviare aziende totalmente remotizzate non utilizzando più uffici fisici per incontrarsi e lavorare ma uffici mobili e virtuali.
Chi lavora da remoto e si sposta con facilità è inoltre un abile stratega e pianificatore perché diventa importante organizzare e progettare la propria vita per essere indipendenti, scegliere cosa fare e non far scegliere passivamente le condizioni esterne. Attenzione, non sono solo single ma anche coppie e sempre più famiglie con bambini si uniscono alla rivoluzione del lavoro da remoto
Insomma, Nomadi Digitali lo stiamo diventando tutti…
… e le previsioni confermano questa tendenza aiutandoci a comprendere meglio un evento attuale, in continua evoluzione ed espansione.
- Il 68% dei Millennials (nati tra il 1983 e il 2001) preferisce opzioni di lavoro remoto. Quindi immaginiamo la Generazione Z o Post Millennials nata dal 2001 in poi.
- Negli Stati Uniti oggi, il 36% dei lavoratori è freelance. Entro il 2035, è previsto un aumento a più del 50%.
- Il 27% dei lavoratori statunitensi dichiara di “poter” diventare nomadi digitali nei prossimi 2-3 anni e l’11% dichiara di volerlo diventare
- La forza lavoro a livello globale diventerà sempre più mobile e nel 2022 è destinata ad aumentare a 1,87 miliardi di persone con il 42,5% della forza lavoro globale.
- Entro il 2035 i nomadi digitali previsti saranno 1 miliardo
Per scoprire qualcosa in più sul futuro del nomadismo digitale clicca qui: The Future of Digital Nomads
Ospitalità vs Nomadi Digitali: Rivoluzione in Corso
Happy Nice Woman Working on Laptop in Street Cafe © Di Mangostar/Shutterstock
Come abbiamo visto quando si parla di nomadi digitali si parla di un target multiforme e diventa sempre più difficile racchiuderli in una semplice definizione.
C’è chi si sposta regolarmente di città in città, di paese in paese “girovagando” per il mondo per lunghi periodi e chi lo fa meno magari con spostamenti più brevi sia in termini di distanze che di tempo. C’è chi si sposta da solo e chi viaggia in famiglia magari con bambini piccoli al seguito. A prescindere dai casi specifici, è certo che l’onda di questa nuova generazione di professionisti/viaggiatori sta modificando di riflesso il mondo di chi, invece, per mestiere ospita viaggiatori.
Il nomadismo digitale sta avendo, e avrà sempre di più nel prossimo futuro, un impatto devastante per l’intera industria dell’Ospitalità
Infatti, mentre in Italia si parla di disintermediazione, della continua lotta tra strutture alberghiere e extra alberghiere, di WI-FI a pagamento o meno, di destagionalizzazione delle destinazioni, di mancanza di infrastrutture e supporto istituzionale e, dulcis in fundo, che si potrebbe vivere di solo turismo, nel mondo il volto del settore dell’ospitalità sta già cambiando e, cavalcando rapidamente il fenomeno, ha dato vita a una trasformazione radicale di strutture ricettive esistenti e alla nascita di nuovi concept (alberghieri o extra alberghieri diventa sempre meno importante) che plasmano i servizi sulle nuove necessità di questi nuovi viaggiatori – spazi di coworking, spazi ricreativi, supporti digitali e persino metodi di pagamento in criptovaluta.
La tendenza è quella di assistere alla nascita, in ogni parte del globo, di nuove strutture ricettive che abbracciano completamente lo stile di vita del nomade digitale.
Gli esempi sono tantissimi: dal Selina Hotel-Coworking presente in 11 paesi del Centro e Sud America e da poco sbarcato anche in Portogallo, all’ormai celeberrimo Hubud in Indonesia che offre un coworking space con annessi alloggi e servizi tra i più disparati, dal network di coliving Roam presente in Giappone, Miami, San Francisco, Bali e Londra a Zoku che offre come servizio anche l’accesso alla stampante 3D.
Insomma sta nascendo un nuovo modo di fare ospitalità più smart, nuove realtà che non offrono semplici “alloggi” dove dormire ma che si presentano come ambienti innovativi che intendono gli spazi in modo diverso, che stimolano la connessione, la condivisione, la creatività, l’esplorazione.
Quali Sono le Esigenze di Chi Lavora da Remoto
Double Exposure of Young Man use Notebook or Laptop Computer with Metro Train and Airplane © Di Thampapon/Shutterstock
I nomadi digitali hanno certamente esigenze diverse rispetto ai tradizionali target avendo, come abbiamo visto, uno stile di vita diverso. In un certo senso sono più indipendenti e liberi da vecchi paradigmi.
Basti pensare allo schema mentale lavoro/ferie che ci porta alla considerazione che c’è chi viaggia per vacanza (leisure) e chi per lavoro (business).
Ma per chi lavora da remoto il confine tra concetti come vita/lavoro, ferie/lavoro, passione/lavoro, gioco/lavoro sta sempre di più scomparendo. Quando inizia il tempo libero e quando il tempo lavorativo per chi gestisce il proprio tempo in modo flessibile e autonomo?
La domanda non ha risposta se non quella che tendenzialmente un nomade digitale è sempre a lavoro e sempre in vacanza. Forse l’etichetta più calzante per definire questo target di viaggiatori è il termine bleisure (business+leisure) ovvero professionisti che mescolano viaggi di lavoro e vacanze fino a fonderli.
Certamente, in questo contesto, per un nomade digitale viaggiare assume un valore diverso rispetto ai target tradizionali e non sorprende quindi che la scelta della struttura dove soggiornare sia diventata assolutamente più decisiva.
Partiamo dal fatto che la camera non è più il prodotto principale perchè per i nomadi digitali il posto di lavoro è importante quasi quanto la stanza, se non più importante.
La capacità quindi di offrire sia spazi privati, per momenti di maggiore concentrazione o magari per riunioni in video conference, sia spazi aperti più partecipativi, per facilitare i rapporti tra persone e creare interessanti reti di conoscenza, diventa un aspetto fondamentale per l’offerta di una struttura ricettiva. Chi lavora da remoto ha bisogno di spazi dove poter lavorare serenamente e senza distrazioni e di postazioni di lavoro adeguate, confortevoli, luminose, con sedie comode, con prese elettriche a disposizione ovunque.
Ovviamente il primo elemento di scelta per un lavoratore da remoto è la connessione internet. Un Wi-Fi affidabile e veloce è la prima cosa che i nomadi digitali controllano quando cercano un posto dove soggiornare e lavorare. Una connessione performante è per il nomade digitale vitale come l’acqua. Non cadiamo nell’errore di equipararlo a un cliente business le cui necessità si limitano a controllare la posta elettronica o scrivere un documento. Il nomade digitale ha esigenze maggiori, scarica video 4K in full HD mentre magari guarda una serie su Netflix, si collega a Zoom per una video conferenza per aggiornamenti con il proprio team o per organizzare un webinar per i suoi clienti. E vuole la possibilità di farlo ovunque: dalla loro camera, dagli ambienti comuni e anche dalla piscina.
Ma i nomadi digitali non sono robot, non sono persone sole o isolate immerse nel loro mondo virtuale anzi il loro lavoro digitale li spinge per reazione alla necessità conseguente di connessione umana, di interazione con gli altri e il mondo. Vivono gli spazi di una struttura molto più dei tradizionali turisti che spendono gran parte del tempo fuori a visitare attrazioni e musei. Per chi lavora nel digitale e soggiorna per lunghi periodi acquista paradossalmente maggiore rilevanza il fattore umano: sentirsi parte di una famiglia/comunità, vivere la realtà locale sono tasselli importanti che accresce oltre al senso di appartenenza/connessione/umanità, la possibilità che rimanga più a lungo in una struttura (e possa anche ritornare).
Oggi quindi, diventa importante anticipare le esigenze dei millennial e il forte gruppo in crescita di nomadi digitali offrendo il giusto mix di servizi umani, fisici e tecnologici al fine di creare le condizioni ottimali per lavorare al meglio, per stimolare relazioni e vivere quindi esperienze trasformative significative.
Considerazioni Finali
Future, present, past signpost © Di jonanderswiken/Shutterstock
Le opportunità e i vantaggi che le strutture ricettive possono cogliere in questo momento storico sono molteplici.
Ascoltare e sintonizzarsi con il fenomeno del nomadismo digitale permette di risolvere problemi concreti e immaginare nuovi scenari: dalla diversificazione del target a cui ci si rivolge alla diversificazione dei servizi e quindi delle entrate (alloggi, spazi di lavoro, spazi creativi, partnership con operatori del posto), dalla destagionalizzazione per aumentare l’occupazione durante la bassa stagione all’opportunità di prenotazioni più lunghe, dall’abbassamento del tasso di cancellazione (il nomade digitale è un pianificatore come abbiamo detto in precedenza) alla grande occasione di strutturarsi sempre di più come veri e propri hub turistici che connettono viaggiatori globali alle comunità locali
Da un punto di vista generale, è evidente che stiamo navigando all’interno di un evento di una tale portata che modellarsi alle nuove tendenze diventa indispensabile e, come sostiene il futurista Joel Barker, quando si verifica un cambio di paradigma, tutto si azzera, i successi del passato non garantiscono nulla e il cambiamento dei modelli di business portano alla creazione di nuove realtà.
Pertanto, come per ogni epoca, è necessario adattarsi alle condizioni attuali e in maniera attiva costruire una nuova industria, consapevoli che il futuro dell’ospitalità è l’ospitalità stessa ovvero la capacità di ascoltare e incontrare l’altro.
“Non è il più forte della specie che sopravvive, né il più intelligente, ma il più sensibile al cambiamento” (Charles Darwin)
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